L'identikit del catechista
La difficoltà non è tanto nel rendere ragione della fede, quanto nel testimoniare che la fede ha a che fare con la propria vita
Parlavo qualche giorno fa con una delle catechiste della mia parrocchia. “Sai cosa mi ha detto un bambino lo scorso anno, quando gli stavamo raccontando della nascita di Gesù? Che il suo papà gli dice sempre che quello che spieghiamo a catechismo sono tutte storie!”. Stanno per iniziare i catechismi, in molte comunità i parroci e i curati sono alla ricerca degli ultimi apporti, vengono contattati alcuni adolescenti – tra quelli un po’ più motivati e appassionati, per rinforzare il gruppo dei catechisti. Ma cosa cerchiamo da un catechista? Com’è fatto oggi (o come dovrebbe esserlo) un bravo catechista bresciano? Il dialogo iniziale dice qualcosa di quello che vorrei proporvi come identikit del catechista. Un catechista è – in primo luogo – una persona che ha provato a darsi risposte (alla luce del Vangelo) rispetto alle domande che la sua vita e la sua fede gli hanno proposto. Davvero Dio è il Signore della vita? Davvero è padre per me? Sento il bisogno di essere salvato, riconosco che Gesù mi ha già salvato? Potrei continuare a lungo… Sono le stesse domande, in forme diverse, che anche un bambino si pone di fronte alla coerenza (più o meno accentuata) dei propri genitori; alla fede differente dei propri compagni di classe; alla distanza enorme tra le parole di Gesù (amate i vostre nemici, costruitevi un tesoro in cielo) e il comportamento concreto delle persone che vogliono loro bene. C’è di più: non siamo in un tempo in cui le posizioni o le idee che professiamo (e che professa chi ci è vicino) si mostrano particolarmente forti, profonde o radicate; magari vengono dette con grande energia, ma c’è una certa facilità nel contraddirle. Voglio dire: la difficoltà non è tanto nel rendere ragione della fede, quanto nel testimoniare che la fede ha a che fare con la propria vita. Il catechista è – necessariamente – una persona buona. Ha dato spazio al Signore attraverso la preghiera, lascia che lo Spirito agisca in lui sostenendo la sua passione, costanza, intraprendenza, è una persona pacificata. Non è un odiatore seriale sui social network, non attende la conclusione dell’ora di catechismo come la fine di un’agonia, cerca di creare un clima positivo nella stanza di catechismo, quando legge la parola di Dio traspare l’entusiasmo di leggere qualcosa di caro. E quando sente un bambino che chiede se quelle che sta ascoltando sono “tutte storie”, risponde con sincerità che, quelle del catechismo, sono le grandi e belle storie delle vite salvate.