L'ascolto prima del voto cittadino
La parola “ascolto” ha conquistato i titoli dei giornali. Anche per i politici bresciani in campo è una dichiarazione d’intenti. Si sa: tutti i candidati ascoltano in campagna elettorale. Incontrano persone, enti, associazioni, cittadini. Ascoltano, ma soprattutto poi promettono illustrando i loro programmi.
Pare una moda, speriamo non duri il tempo di una stagione. La parola “ascolto” ha conquistato i titoli dei giornali. La si ritrova nelle cronache ecclesiali: il Papa e i vescovi e le comunità cristiane sono “in ascolto” dei giovani in vista del Sinodo dei vescovi del prossimo ottobre. Accade che il frutto di questo “ascolto” 3000 ragazzi bresciani lo offriranno al Papa proprio sabato 7 aprile nell’udienza privata che Francesco ha riservato loro in occasione di Roma Express. Ascolta intanto il presidente Mattarella in questi giorni di consultazioni in vista della formazione del nuovo governo. Le cronache politiche raccontano più di un dialogo tra sordi tra i protagonisti dell’attuale congiuntura postelettorale e così, per ora a meno di sorprese, al Presidente non resta che iniziare con un ascolto attento e approfondito. È in fase di “ascolto” anche la politica cittadina ormai al via della campagna elettorale in vista del voto amministrativo del prossimo 10 giugno. Gli schieramenti e le coalizioni ai nastri di partenza si fanno sempre più precisi e le forze principali hanno già messo in pista i candidati sindaco: Emilio del Bono, sindaco uscente di area centrosinistra, Paola Vilardi per il centrodestra e Guido Ghidini per il Movimento 5 Stelle. Il resto verrà , ma per ora ha il sapore del contorno rispetto alle tre portate principali. Brescia, poi, potrebbe andare al ballottaggio il 24 giugno e sarebbe l’unico comune dei 18 bresciani chiamati alle urne.
Ma torniamo all’ascolto... Intanto anche per i politici bresciani in campo è una dichiarazione d’intenti. Si sa: tutti i candidati ascoltano in campagna elettorale. Incontrano persone, enti, associazioni, cittadini. Ascoltano, ma soprattutto poi promettono illustrando i loro programmi. Accade soprattutto nella fase “acuta”, quella finale della campagna elettorale, quando ormai i giochi sono più o meno fatti e le liste depositate, cioè 30 giorni prima del voto.
Questa fase inizierà l’11 maggio. E nel frattempo? Si potrà passare agevolmente il tempo a stringere alleanze e a patteggiare poltrone della futura giunta. Oppure a corteggiare opinion leaders e testimonial dei diversi campi dell’economia, della cultura, dell’associazionismo, della società civile e magari della chiesa locale per assicurarsi sostegno in vista del voto. Non mancherà, ormai, inevitabile pianificazione di una robusta campagna sui social insieme alla tradizionale presenza sui media e sui muri della città. Se poi capita arriverà anche qualche effetto speciale a sorpresa compresa la presenza a Brescia dei capi partito nazionali... Tutte strategie necessarie e inevitabili per chi conosce la macchina elettorale dal di dentro. Ma sulle cose da fare, sull’idea della Brescia di domani, sui problemi della gente, dei quartieri, dei cittadini alle prese con la vita quotidiana come sarà esercitato l’ascolto in questo tempo? Sarà interessante valutare il metodo e gli interlocutori dei partiti in questa prima fase. Chi scriverà il programma degli schieramenti? I cittadini, le classi dirigenti, le istituzioni, le segreterie di partito, i giovani, i poteri forti...? Forse l’insieme di tutti questi protagonisti. L’auspicio è che, soprattutto in questa fase, sarebbe utile dare un segnale vero di coinvolgimento e partecipazione a tutta la città. In questo senso la responsabilità anche dei corpi intermedi, comunità cristiane in testa, sarà fondamentale. Chiedere un metodo di ascolto alla politica implica anche da parte nostra la capacità di attivarci concretamente con le nostre risorse e far sì che si trasmettano messaggi e proposte non scontate e generiche, ma frutto di una conoscenza vera delle persone che abitano il nostro territorio. In città le zone pastorali proporranno nelle prossime settimane alcuni confronti tra i candidati sindaci. Voce ne darà conto. Ma ci sarà qualche coraggioso Consiglio pastorale delle parrocchie cittadine che prima rifletterà e si chiederà cosa dire ai candidati sindaco per il bene della Brescia che verrà?