L'alternativa ai licenziamenti c'è
Adesso che si inizia a intravvedere la famosa e attesa luce in fondo al tunnel per quanto riguarda la pandemia, le attenzioni e le preoccupazioni guardano a quella che chiamiamo ripartenza, all'attesa che, dopo i lockdown, arrivi la ripresa, il normale riavvio dell'attività. C'è un tema, in particolare, su cui è bene soffermarsi. Ed è quello che riguarda il cosiddetto blocco dei licenziamenti, ovvero della decisione del Governo di vietare alle aziende, a pandemia in corso, di lasciare a casa personale. Un tema già dibattuto e contrastato soprattutto per l'ampiezza temporale del provvedimento che ha via via seguito il cattivo andamento della pandemia e che prima era stato fissato a marzo, ora a giugno per le aziende industriali e ad ottobre per artigiani e commercianti. Fino a quella data, di fatto, i posti di lavoro sono congelati.
Ovviamente la ratio del provvedimento è immediatamente comprensibile, lo è un po' meno il progressivo allungamento perchè, di fatto, congelare i posti di lavoro congela anche le aziende in un momento dove il mercato è molto complicato.
Ma c'è una proposta che ci sentiamo di fare e che potrebbe consentire una parziale via d'uscita fra il licenziamento tout court e il permanente attuale stato di incertezza di chi il posto di lavoro potrebbe perderlo, facendo oltretutto risparmiare soldi allo Stato e fornendo qualche garanzia aggiuntiva alle aziende.
La proposta è questa: attuare una decontribuzione completa per un anno per quei dipendenti che l'azienda non è più in grado di tenere in forza per un calo del lavoro, ma che si rende disponibile a mantenere in servizio grazie alla riduzione dei costi derivante dalla decontribuzione. È una proposta che deve passare attraverso il tavolo della bilateralità sindacale, ma che dovrebbe essere valutata dal legislatore per i suoi indubbi benefici. Ma non solo, analogo provvedimento potrebbe essere assunto per tutte quelle imprese disponibili ad assumere lavoratori licenziati da altre imprese a causa della pandemia. In questo modo il beneficio si estenderebbe a tutto il mondo imprenditoriale
Nel primo dei due casi qui esposti si darebbe all'impresa la possibilità di valutare se, nel frattempo, il mercato migliora il che consentirebbe all'azienda stessa (terzo aspetto, ma forse il più decisivo) di non perdere professionalità costruite negli anni e che invece dovrebbe perdere se non ci fosse, come detto, una agevolazione de-contributiva. Infine, va considerato un tema che prescinde da qualsivoglia valutazione economica: ovvero quanto un provvedimento di questa natura avrebbe nel “tenere insieme” un quadro sociale che inevitabilmente sarà complicato quando scatterà il blocco dei licenziamenti: offrire questa alternativa alle aziende che riterranno di aderirvi servirà a depotenziare tensioni oltre che – ed è forse l'aspetto più importante - a mantenere nel ciclo del lavoro molte persone che, diversamente, saranno disoccupate.