L'aborto è davvero una libera scelta?
Orgoglio francese, messaggio universale. Con queste parole il presidente Emmanuel Macron ha esaltato l’inserimento dell’aborto nella Costituzione. E ha scelto di illuminare la Tour Eiffel per suggellare l’avvenimento, a suo dire, storico. È lo stesso Presidente che vorrebbe portare l’Europa a combattere al fronte. Preoccupa e non poco l’assenza di un dibattito politico.
Sul piano giuridico non si può pensare di inserire tutte le leggi dentro la Carta Costituzionale. Concretamente non cambia nulla, ma è una bandierina da sventolare sull’altare dei diritti individuali. Nessuno oggi rimette in discussione la libertà di scegliere. Si tratta piuttosto, come ha sottolineato mons. Antoine Hérouard, arcivescovo di Digione, di vedere perché tante donne hanno ricorso e ricorrono all’aborto. In Francia, per esempio, si registrano 235mila aborti ogni anno. All’inizio erano concessi fino a 10 settimane, poi siamo passati a 12 e adesso a 14.
Ma cosa fa la società per aiutare le donne a non trovarsi in questa situazione difficile? Non si può neppure ridurre tutto al solo diritto delle donne, perché c’è una vita che inizia di cui non si fa cenno. L’aborto, citando ancora mons. Hérouard, “non può essere un mezzo semplicemente di contraccezione. Rimane sempre un atto grave che ha delle conseguenze nella vita della donna”. Non è una questione confessionale. “La difesa della vita, per citare il discorso di Papa Francesco all’udienza del 25 marzo 2020, non è un’ideologia, è una realtà, una realtà umana che coinvolge tutti i cristiani, proprio perché cristiani e perché umani…
Si tratta di agire sul piano culturale ed educativo per trasmettere alle generazioni future l’attitudine alla solidarietà, alla cura, all’accoglienza, ben sapendo che la cultura della vita non è patrimonio esclusivo dei cristiani, ma appartiene a tutti coloro che, adoperandosi per la costruzione di relazioni fraterne, riconoscono il valore proprio di ogni persona, anche quando è fragile e sofferente”. Resto dell’idea, se guardiamo all’Italia, che oggi la 194 sia disattesa. Manca la fase di accompagnamento. In un Paese dove le disuguaglianze sociali sono sempre più evidenti, è umanamente accettabile sapere che molte donne ricorrono all’aborto perché, economicamente, non sono in grado di sostenere la gravidanza? Sì può considerare una libera scelta?