Ira funesta finita?
Del governo Draghi si può dire di tutto tranne che sia un governo di rabbia, di risentimento. Rabbia e risentimento hanno per anni dominato, in politica, ma ora gli italiani – almeno in maggioranza – paiono premiare chi di rabbia non ne ha. Anche la recente vittoria di Macron in Francia, opposto ad un avversario che fa leva sulla rabbia, sembra consegnarci lo stesso messaggio di razionalità e di competenza politica. Allora è finita la stagione del rancore? No, e presto ce ne accorgeremo. Quando in autunno prenderemo definitivamente atto dell’aumento delle spese per i beni essenziali e i non essenziali (oramai necessari), allora è ragionevole pensare che il sentimento negativo di molti di noi sarà magicamente trasformato in risentimento da qualche prestigiatore del consenso facile, dove ogni soluzione è semplice: il trucco c’è ma non si vede.
La cruda realtà dietro le quinte è che la guerra in Ucraina - e le sue conseguenze interne - ci stanno obbligando a fare i conti con le domande essenziali della politica: quali valori dobbiamo perseguire? Quali valori sono compatibili tra di loro e in che misura? Qual è il vero compito della politica? Chi dobbiamo anzitutto tutelare? È più facile attraverso una società aperta o chiusa? È meglio allearsi o rimanere da soli? Lo Stato deve tornare ad occuparsi di economia? Quali sono le priorità? Cosa distingue la destra dalla sinistra? Molte posizioni si stanno ridefinendo. Quanto aveva ragione papa Francesco a ricordarci che non possiamo vivere da sani (o fingerci sani) in un mondo malato! Le cose costano: la democrazia, l’ambiente, la pace, il welfare, il benessere, il diritto, la benzina, il grano, il cobalto. Dobbiamo fare i conti con la realtà delle cose, dirci le verità che conosciamo e poi scegliere con le regole della politica. Perché quando si manifestano le tragedie, quando ti accorgi che la povertà o la morte rischiano di rappresentare un inevitabile destino, allora capisci che qualche responsabilità politica c’è. Serve tornare a parlare di politica nel senso pieno del termine, sia quello con P maiuscola (i valori) sia quello con P minuscola (la bolletta del gas): ma senza dividerle, perché l’errore sta proprio lì. Tutto, invece, si tiene. Anche la necessaria costruzione delle élite che governano le istituzioni da proteggere. Dobbiamo avere rispetto per ogni persona e fare le scelte che possano incamminarci verso la pace, la giustizia e la libertà. Ma facendolo con razionalità e passione, con logos e pathos, mettendo la rabbia tra parentesi. È così?