Investire sulla famiglia
L’assegno unico e universale familiare (AUUF), nato col governo di centrosinistra, è stato conservato dal governo di centrodestra. Una buona notizia, dunque, perché nelle politiche sociali la continuità è fondamentale. Anzi, il Governo ha addirittura apportato dei miglioramenti e ha dichiarato di volerlo implementare. Basterebbe poco: più soldi. I dati 2022 dicono che oltre 6 milioni di famiglie hanno presentato la domanda per ottenere l’assegno unico per oltre 9 milioni di figli, con netta prevalenza di Lombardia, Campania e Lazio. Alla fine i beneficiari sono oltre 5 milioni per 8,5 milioni di figli, con un importo medio mensile per figlio pari a 146 euro.
Ai genitori vanno dai 129 euro medi mensili per le famiglie con 1 figlio fino ai 1.585 per famiglie con oltre 6 figli. È ormai un dato di fatto che l’assegno unico e universale familiare abbia dato un forte contributo a contrastare la povertà. In realtà, come è certificato anche dai dati dell’Istat, la povertà si è ridotta soprattutto grazie al Reddito di cittadinanza, ma questo provvedimento – invece – non sarà conservato. Peraltro se c’era un difetto da sempre stato rilevato nel RDC, questo era proprio il fatto che non andava incontro alle famiglie numerose, favorendo invece i singoli. Comunque al posto del RDC arriverà la MIA – la Misura per l’Inclusione attiva, e tra le cose da verificare ci sarà proprio il come si interfaccerà con l’AUFF. Scusate tutte queste sigle.
Se l’AUFF disponesse di maggiori risorse, si potrebbe allora ridurre o eliminare l’incidenza della prima casa nel calcolo dell’Isee e garantire a tutti le clausole di salvaguardia rispetto al precedente regime. Inoltre c’è anche chi ricorda come sia importante prevedere una commissione per riconoscere i carsi particolari a cui concedere l’AUFF anche senza i requisiti previsti, come ad esempio le donne in gravidanza, povere e straniere, anche quando irregolari. La questione della famiglia è importante sotto molti aspetti. Ricordiamo, e non incidentalmente, che il sostegno alla famiglia è importante anche sul piano economico e lavorativo. I tassi di occupazione femminile sono notevolmente più alti nei Paesi dove le misure a sostegno della famiglia sono sostanziose. In Italia lavora il 49,4% delle donne, in Francia le donne occupate sono il 64,5% e in Germania – dove c’è un assegno familiare molto sostanzioso e indipendente dal reddito – lavora il 72,2% delle donne. Si deve smettere di pensare al sostegno del reddito come ad una spesa, perché in realtà è un investimento.