Intelligenza collettiva
L’intelligenza collettiva degli eventi. È quanto Machiavelli prescrive al suo principe, ed è forse l’insegnamento fondamentale: lasciarsi ammaestrare dagli accadimenti. I tempi mutano e il principe si deve saper adeguare, altrimenti sarà la rovina sua e del suo popolo. Il principe deve saper attraversare il male, rendersi conto che le cose sono dure, che non si superano senza fatica. Le cose sono difficili: non serve rappresentarle attraverso un’idea più morbida o più semplice, perché sarebbe peggio.
Occorre approfondire, cogliere, conoscere, rimanere ancorati alla realtà e non ad un’idea distorta di essa. C’è stata una crisi economico-finanziaria che ha distrutto imprese e posti di lavoro, alzato il debito pubblico e il tasso di incertezza sociale. È seguita una pandemia che ha provocato milioni di morti nel mondo, distrutto (ancora!) imprese e posti di lavoro, lasciato allo scoperto migliaia di poveri. E ora ecco una guerra, apparentemente regionale in realtà mondiale perché chiama in causa le superpotenze: e ancora morti, crisi economica e aumento dei poveri. Che fare? È evidente che i tempi ci chiedono una politica seria, o almeno una seria verifica di quanto stiamo facendo per capire dove stiamo andando. Dobbiamo pensare ai prossimi anni tenendo conto del fatto che le scelte di oggi avranno ricadute anche sul domani.
Alzare il tetto delle spese militari nazionali significa ridurre le risorse a favore del welfare. Un noto senatore della repubblica italiana ha esplicitamente chiesto di diminuire il fondo a disposizione del Reddito di cittadinanza per finanziare il riarmo: mentre il profeta Isaia chiedeva di trasformare le spade in aratri – il cui uso avrebbe sfamato il popolo – il senatore in oggetto propone l’esatto contrario, trasformare gli aratri in spade. Eppure sono i poveri a subire i maggiori danni delle guerre, oltre alle sofferenze. Dobbiamo rafforzare, non indebolire, la nostra capacità di curare e custodire l’umano, a partire da un potenziamento degli strumenti di welfare europeo.
Forse tocca proprio all’Europa decidersi e fare un passo in avanti anche in termini di difesa comune europea, che contempli sia l’esercito europeo sia i corpi civili di pace. Le cose sono difficili ma un dibattito franco, aperto e duro serve per decidere insieme cosa fare in modo non ideologico o populista ma condiviso. L’intelligenza può dominare gli avvenimenti, sosteneva Aldo Moro: serve sempre più un’intelligenza collettiva degli eventi per stare nella realtà e proteggere le persone.