di CHIARA BUIZZA
02 lug 2015 00:00
Insieme, si può
33 organizzazioni tra realtà associative, rappresentanze dei Comuni e delle Regioni e dei sindacati hanno deciso di unirsi per contribuire alla costruzione di adeguate politiche contro l’indigenza del nostro Paese
Proprio il “rischio-incendio” e la necessità (urgenza) di “unire le forze” possono contribuire a dar conto della nascita dell’Alleanza contro la povertà in Italia: all’inizio del 2014, di fronte all’aumento della povertà assoluta (dai 2,4 milioni nel 2006 ai 6 milioni nel 2013), 33 organizzazioni tra realtà associative, rappresentanze dei Comuni e delle Regioni e dei sindacati hanno deciso di unirsi per contribuire alla costruzione di adeguate politiche contro l’indigenza del nostro Paese, proponendo in particolare l’introduzione di una misura nazionale contro la povertà assoluta, il Reddito d’inclusione sociale (Reis). Nel Patto si legge infatti: “Una simile alleanza non è mai stata costruita in Italia. È la prima volta, che un numero così ampio di soggetti sociali dà vita a un sodalizio per promuovere adeguate politiche contro la povertà. La sua nascita costituisce un segno tanto dell’urgenza di rispondere al diffondersi di questo grave fenomeno, quanto all’accresciuta consapevolezza, in tutti i proponenti, che solo unendosi si può provare a cambiare qualcosa”.
Nondimeno proprio la via dell’alleanza ha in sé una sfida: non solo mobilitare energie, risorse, competenze ma anche rinsaldare legami e significati condivisi. Riuscirà il “nuovo spirito di alleanza” (Magatti 2012) a restituire rappresentanza democratica e istituzionale ai poveri? La partita è aperta, ma il vero fischio di inizio dipende da se e quando il Governo (il leone?) riconoscerà la povertà come priorità politica.
CHIARA BUIZZA
02 lug 2015 00:00