Indifferenza e razzismo. Anche a Brescia
Tanto l’indifferenza quanto il razzismo sono semplicemente intollerabili
Avete anche voi l’impressione che le parole scolpite sulla facciata di Palazzo Loggia si siano fatte ultimamente meno leggibili? Fanno riferimento all’edificio simbolo dei Bresciani, che in ragione della Fedeltà (virtù umana) del popolo, viene consacrato alla Fede (virtù religiosa) e alla Giustizia (virtù morale). Succedono cose, in casa nostra, molto più pericolose degli agenti corrosivi che consumano i marmi del municipio. Due ragazze si trovano all’una di notte in stazione a causa di treni cancellati e corse in ritardo. Vengono avvicinate e molestate da un giovane nigeriano. Scappano. Chiedono aiuto: “Un automobilista si è fermato, ma poi è ripartito, abbiamo suonato i citofoni di alcune case, ma nessuno ci ha aperto e nonostante urlassimo mi sono dovuta gettare sul cofano di un’auto per far intervenire qualcuno e sfuggire all’uomo che tentava di spogliarmi”. Il giovane è stato poi arrestato. Resta lo sgomento per l’indifferenza che sbiadisce le virtù sintetizzate nel motto presentato da sempre come la nostra carta d’identità. Una bordata su quella iscrizione è poi arrivata da un’azienda che ha mandato ai fornitori una mail in cui chiede di “non far effettuare consegne a trasportatori di colore e/o pakistani, indiani o simili”.
I cronisti si sono subito messi all’opera per raccontare e spiegare. Ed è cominciato un singolare teatrino: l’azienda ha fatto sapere che si è trattato di un semplice sfogo; i parlamentari locali della Lega, che con contenuto e linguaggio di quella mail hanno perlomeno affinità elettive, dicono che non si deve generalizzare; le associazioni di categoria raccomandano che non si dica che gli imprenditori sono razzisti; il sindaco parla di caos mediatico; per l’avvocato si tratta solo di una “non felice formulazione letterale del messaggio”. Punto e a capo? Proprio no. Se c’è qualcosa di ancora più insopportabile di piccoli e grandi episodi di razzismo quotidiano con protagonisti che escono baldanzosi allo scoperto contando sul clima politico favorevole del momento (ricordate la distinta signora bresciana che rifiutò di salire sull’autobus perché c’erano due viaggiatori di colore?), è il tentativo di banalizzarli, di scusarli. Tanto l’indifferenza quanto il razzismo sono semplicemente intollerabili: “che non si può e non si deve tollerare – specifica il vocabolario – detto soprattutto di cose che offendono il sentimento di giustizia, il senso morale, o di ciò che è per sé moralmente o socialmente un male e non potrebbe perciò essere tollerato o ammesso senza farsi indirettamente complici del male stesso”.