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di MASSIMO GANDOLFINI 18 giu 2015 00:00

In piazza per riaffermare la bellezza della famiglia

"Fermare la colonizzazione ideologica del Gender e riaffermare la bellezza della famiglia": sono le motivazioni alla base della manifestazione prevista per sabato 20 giugno, in piazza San Giovanni a Roma

Sabato 20 giugno, in Piazza S. Giovanni a Roma per fermare la colonizzazione ideologica del Gender e riaffermare la bellezza della famiglia, mamma e papà, luogo ideale per la nascita, crescita e sviluppo dei figli. Dopo aver svolto un intenso lavoro di informazione/formazione sul territorio – dalle Alpi alla Sicilia – avendo portato a conoscenza di centinaia di migliaia di persone del gravissimo pericolo che si sta correndo in Italia con l’introduzione dell’indottrinamento dei nostri figli e nipoti, attraverso percorsi educativi, mascherati da “contrasto al bullismo ed alla discriminazione di genere”, si è alzato un vero e proprio grido d’aiuto, che abbiamo sentito il dovere – morale e civile – di accogliere e fare nostro.

Proprio così, senza orpelli di altro tipo, è nata dal basso – dalla gente comune, dalle famiglie delle nostre città e paesi, dai cittadini del vivere quotidiano nascosto – questa manifestazione. Dare voce a chi, altrimenti, non ha voce e si sente schiacciato da lobby intellettuali, tanto potenti e ricche quanto totalmente scollate dal comune sentire delle famiglie italiane. Quando ogni potere è negato – niente soldi, niente finanziamenti, pochissimi mass-media e politici sensibili – non resta che la voce e la manifestazione pubblica di condivisi valori e principi. Un risultato è stato già raggiunto: possiamo dire con un briciolo di soddisfazione che già oggi molti parlano e conoscono il “gender” – “sbaglio della mente umana” – come l’ha efficacemente definito Papa Francesco e,quindi, l’attenzione è grande, a tutela dell’innocenza dei piccoli.
Anche la famiglia ha chiesto soccorso, sempre più attaccata ed indebolita, sia sul piano economico, che su quello politico-legislativo. La proposta di legalizzazione delle unioni civili fra persone dello stesso sesso, parificate ed omologate alla famiglia costituzionalmente definita, è un ulteriore passo – di fatto e di diritto – sul percorso dell’indebolimento dell’istituto familiare.

Si aggiunga a ciò, il connesso diritto di adozione (si parte dalla “stepchild adoption” per arrivare all’adozione completa) che non tiene minimamente conto di quello che (almeno sulla carta) viene descritto il “supremo interesse del bimbo”. Ebbene, il supremo interesse di un bimbo – per giunta già ferito dall’abbandono- è di poter essere accolto, allevato e cresciuto con una mamma/femmina ed un papà/maschio. Ancora citando Papa Francesco: non si fanno “sperimentazioni” sui bambini.

Non dimenticando, inoltre, che “famiglia omogenitoriale maschile” vuol dire anche fecondazione eterologa ed utero in affitto, cioè il “modern style” dello sfruttamento del corpo femminile. In mezzo a molte tenebre, cerchiamo di far brillare un po’ di luce in piazza: passeggini, bimbi, palloncini, famiglie, genitori e nonni e dire che cosa sia davvero il bene per una società civile.

MASSIMO GANDOLFINI 18 giu 2015 00:00