In Brasile per ripensare la missione
Mentre le parrocchie bresciane celebrano la giornata del Seminario, il vescovo Pierantonio incontra i sacerdoti fidei donum bresciani a Castanhal in Brasile. Due appuntamenti che potrebbero apparire lontani, ma che hanno in comune la passione per l’annuncio del vangelo nella vita degli uomini della nostra Chiesa.
Mentre le parrocchie bresciane celebrano la giornata del Seminario, il vescovo Pierantonio incontra i sacerdoti fidei donum bresciani a Castanhal in Brasile. Due appuntamenti che potrebbero apparire lontani, ma che hanno in comune la passione per l’annuncio del vangelo nella vita degli uomini della nostra Chiesa. Il primo serve a ricordare alla diocesi il senso dell’esperienza della vocazione presbiterale al servizio di Dio e delle comunità cristiane, i giovani che sono in cammino e la necessità di “pregare il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”. Il secondo, pur a distanza di migliaia di chilometri, rammenta alla nostra Chiesa la sua apertura universale, il bene donato e ricevuto in 60 anni da tante Chiese sorelle nel mondo attraverso i fidei donum, ma anche che questa esperienza esige oggi più che mai una verifica e soprattutto una nuova progettualità.
Le giornate brasiliane hanno messo in evidenza, anzitutto, che l’età media dei sacerdoti bresciani impegnati nella missione ad gentes è sempre più alta e che non sempre a Brescia, soprattutto tra i preti, si respira un grande afflato missionario, almeno equivalente a quello presente nel presbiterio negli ultimi decenni dello scorso millennio. Come far ritrovare alla nostra Chiesa la passione per l’evangelizzazione? Cosa manca nelle nostre comunità per maturare nuove vocazioni missionarie?
E perché, nonostante gli appelli del Vescovo, non ci sono più sacerdoti disponibili a partire? Infine, quanto anche nella formazione dei seminaristi l’esperienza missionaria è valorizzata affinché maturi in loro questa sensibilità? La missione non è assente dalle nostre parrocchie. Penso ai tanti giovani che ogni anno fanno l’esperienza estiva dei “nuovi stili di viaggio” magari ospitati da qualche nostro fidei donum. Anche l’anno prossimo ce ne saranno. Fa pensare però che non uno dei 25 giovani che si sono presentati per iniziare il cammino di preparazione giunge dalle parrocchie. Cosa significa questo dato? D’altro canto è interessante vedere che circa una decina di oratori si stanno mobilitando per proporre nell’estate prossima ai loro ragazzi un’esperienza in terra di missione. Non pochi in verità. In totale, probabilmente, la prossima estate partiranno circa 200 ragazzi da Brescia per 15 giorni o al più tre settimane in Africa, nell’est Europeo o in America Latina. Ma ancora: quanto queste partenze incideranno creando sensibilità nuove nelle comunità? Oppure resteranno un fatto privato? Come si costruisce il futuro rispetto alla passione missionaria della Chiesa bresciana che pur vanta una storia ricchissima ma che oggi deve riprogettare? Il Vescovo e i sacerdoti bresciani presenti alle giornate di Castanhal hanno affrontato questa riflessione che dovrà necessariamente trovare altri luoghi di discernimento a Brescia, ma le basi ci sono. Intanto qui restano negli occhi la bellezza di una natura incontaminata, il calore della gente e gli sguardi dei bambini, le tante contraddizioni di una società in cui i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri e soprattutto la passione dei nostri missionari, che non hanno smesso di stupirsi di quanto il Signore compie e ha compiuto nel dono della loro vita in queste comunità cristiane.