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di MARIAGRAZIA ARDISSONE 23 mag 2024 14:44

Impresa sostenibile

Era il 1987 quando Gro Harlem Brundtland, Presidente della Commissione Mondiale su Ambiente e Sviluppo, presenta, su incarico delle Nazioni Unite, il rapporto “Il nostro futuro comune”, all’interno del quale indica lo sviluppo sostenibile come quello “che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”. Viene sottoscritta poi nel 2015 da 193 Paesi membri delle Nazioni Unite l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, costituita da 17 Obiettivi e finalizzata a porsi come un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Il tutto incorniciato e avvalorato dalla Laudato Si’ di Papa Francesco (2015), la quale richiama alla “sfida urgente di proteggere la nostra casa comune”, unendo “tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare.”

Se è dunque vero che il tema dello sviluppo sostenibile prende forma nella capacità di controllare, misurare, gestire l’impatto delle attività economiche e produttive anche sul piano ambientale, sociale ed etico, tutti siamo chiamati a giocare questa partita, perché la sostenibilità è faccenda di tutti, nessuno escluso. E gli attori in campo, ricorda il Prof. Zamagni, non sono più due, ma tre: allo Stato e alle imprese si affianca ora il mondo civile come terzo attore, in interazione sinergica con gli altri due. E le imprese, attori vivi e partecipi dello sviluppo sostenibile, come possono agire un ruolo capace di traguardare gli obiettivi di sostenibilità? Concependo il loro ruolo di imprese non solo come organizzazioni che agiscono una responsabilità sociale mediante azioni buone, corrette ed etiche in relazione allo sviluppo sostenibile ma lavorando sempre più sulla consapevolezza di essere fautrici dello sviluppo della civitas, cioè della società civile in cui sono incardinate, come comunità organizzate di uomini che perseguono fini imprenditoriali.

È proprio dei giorni scorsi la riflessione di Alessandra Smerilli, Segretario del “Dicastero dello sviluppo umano integrale”, la quale ha proposto un superamento del concetto di sviluppo sostenibile verso una “sostenibilità integrale” intesa come “fioritura della persona in tutte le sue dimensioni, non solo quella economica, e di tutte le persone avendo a cuore il bene della nostra casa comune, il pianeta, e uno sviluppo che metta tutto insieme”. “Se manca qualcosa non è integrale e non è sostenibilità”, dice Alessandra Smerilli: come leggete questa riflessione nelle vostre imprese oggi?

MARIAGRAZIA ARDISSONE 23 mag 2024 14:44