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Brescia
di MARIAGRAZIA ARDISSONE 26 mar 2025 13:19

Impresa e competenze

Si è svolto recentemente il congresso Fnopi (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche) il quale ha ospitato Gianrico Carofiglio, scrittore ed ex magistrato. Egli ha parlato di “intelligenza gentile” come strumento di difesa, nel caso specifico, dall’aggressività di pazienti e familiari e di coraggio, riprendendo il film l’”Attimo fuggente”, ricordandoci che “noi non ci comportiamo con gentilezza e coraggio perché è carino, ma perché siamo membri della razza umana”. Credo che quanto abbia detto sia valido per ogni professione, semplicemente perché gentilezza e coraggio, nel momento in cui si contestualizzano in parole, azioni, comportamenti, sono espressioni dell’uomo. E ciò non ha a che fare solamente con l’atto di cura in ambito assistenziale, ma in ogni azione che sia espressione di cura che le imprese, di ogni natura e tipologia, hanno per sé stesse, per i propri fini, per i propri obiettivi economici e gestionali, per gli stakeholders sul territorio, per le comunità in cui sono inserite ed in cui esercitano una responsabilità sociale e per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dell’agenda 2030.

E ciò è a mio avviso in linea con la profonda evoluzione del mondo del lavoro che, in forte accelerata da almeno un decennio a questa parte, mette sotto gli occhi di tutti l’esigenza di un rinnovamento costante delle competenze dei professionisti. Il World Economic Forum a gennaio 2025 ha reso note le competenze richieste dal mercato per il 2030, e se le competenze tecniche in materia di intelligenza artificiale, big data e cybersecurity vedranno una rapida crescita, le competenze umane, quali il pensiero creativo, resilienza e flessibilità e agilità rimarranno prioritarie. E sempre tra il 2015 al 2025, tra le 10 principali competenze richieste sono emerse, in ordine sparso, problem solving, leadership e influenza sociale, intelligenza emotiva, creatività, pensiero critico ed analitico, ascolto attivo, capacità decisionale, apprendimento attivo, flessibilità, gestione dello stress, orientamento al servizio. Il mondo del lavoro, accanto a buone competenze tecniche, chiede in modo forte quelle che sono chiamate soft skills, che nascono, si consolidano ed allenano unicamente mediante la relazione tra le persone e tra professionisti, perché la complessità dell’oggi chiede, anche alle imprese e dunque ai suoi professionisti, capacità di sguardo, di relazione, di tenuta d’insieme se si vuole traguardare efficienza ed efficacia nel lungo periodo. E nelle vostre imprese quanta cura volete dare alle soft skills, al fine di consolidarvi sul mercato?

MARIAGRAZIA ARDISSONE 26 mar 2025 13:19

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