Il tesoro della Parola
Oggi Vincent Van Gogh è considerato un maestro dell’arte, ma non ha sempre goduto di grande stima, anzi, è stato anche sbeffeggiato perché, da credente, inseriva nelle sue opere dei riferimenti teologici. Amante della vita agreste, nel 1888 realizzò una coppia di quadri: “Il seminatore” e “Seminatore al tramonto”. Riprendendo così un’idea di Jean-François Millet che aveva dipinto un seminatore intento nel proprio lavoro. E il “Seminatore al tramonto” è stato scelto proprio per la copertina della Lettera pastorale 2021-2022 del vescovo Tremolada: “Il tesoro della Parola. Come le scritture sono un dono per la vita”. Nell’opera d’arte di Van Gogh il sole con i suoi raggi conquista la scena e cattura la nostra attenzione. Il sole è un riferimento esplicito a Dio. Nella parabola il seminatore è Dio.
Il seme sparso è il Vangelo. Il campo è il mondo. La terra buona sono tutti coloro che sono in grado di far crescere il seme. Non sempre, però, si trovano le condizioni ideali per far crescere i propri progetti. Il seminatore sa che non tutti i semi germoglieranno ma ci prova lo stesso, investe le sue energie accompagnato dalla luce del sole che “non ci abbandona mai” come direbbe papa Francesco. La Santità (“Il bello del vivere”), l’Eucaristia (“Nutriti dalla bellezza”), la rilettura spirituale della pandemia (“Non potremo dimenticare”) e ora la Parola di Dio da sviluppare in un percorso di due anni. Cosa conosciamo noi oggi di quella Parola? Siamo così sicuri che parli a ciascuno di noi? Siamo convinti che sia ancora attuale? Siamo pronti a riprenderla in mano, ad approfondirla per comprenderla e per rileggerla alla luce della nostra esperienza? Il Vescovo, con questo testo, partendo dal suo incontro con la Parola, ci aiuta a cercare le risposte a queste domande e a iniziare un cammino personale e comunitario (in “Evangelii Gaudium” il Papa scrive che è indispensabile che la Parola di Dio diventi sempre di più il cuore di ogni attività ecclesiale). Del resto la Parola se non si incarna nella nostra vita non serve: il verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.