Il sogno sulla città e la politica
Non possiamo smettere di sognare e di desiderare soprattutto in questo tempo. Certo, l’insieme degli eventi quotidiani, dal quadro internazionale segnato da nuovi e vecchi fantasmi della paura nucleare, alla situazione generale dell’Italia non ci aiutano
Non possiamo smettere di sognare e di desiderare soprattutto in questo tempo. Certo, l’insieme degli eventi quotidiani, dal quadro internazionale segnato da nuovi e vecchi fantasmi della paura nucleare, alla situazione generale dell’Italia non ci aiutano. Gli italiani faticano a vedere lontano, manca ancora il lavoro per troppi, diventiamo sempre più vecchi e soli, il clima d’insicurezza è crescente e il quadro politico, con le elezioni alle porte, non lascia intravedere alcuna idea chiara di futuro, ma assomiglia sempre più alla somma degli interessi di parti in conflitto perenne tra loro.
La fede cristiana c’invita a far spazio alla visita di Dio e al credente sono chiesti: fiducia e speranza, il sogno e l’impegno di continuare a lavorare per un mondo migliore, una convivenza più giusta e una società più umana. Ce l’ha proposto anche il vescovo Pierantonio, nei giorni scorsi, in occasione della celebrazione “Ceri e rose”, offrendo ai bresciani non tanto “un contributo di riflessione che risulti adeguato alla situazione attuale” (visto che è a Brescia solo da un paio di mesi), ma piuttosto la sua attesa, la sua aspirazione, il suo sogno sulla città di cristiano, di Vescovo e di cittadino. “Vorrei − ha detto −condividere la mia visione della città: che cosa cioè desidererei che fosse, o che fosse sempre di più”. Tante le cose dette. Tante le suggestioni. Tante le immagini evocate: da quella biblica a quella della “tavola delle convivialità” di Tonino Bello, fino a La Pira con il suo richiamo all’anima di ogni città. Il sogno di città, di civiltà, di socialità, di convivialità e di comunità che il Vescovo ha espresso davanti alle autorità civili di Brescia ha pertanto la funzione di ispirare e orientare un cammino, soprattutto l’azione politica anche e soprattutto in campagna elettorale. Anche per Brescia i prossimi mesi saranno segnati dal confronto su candidature, liste, programmi, alleanze e progetti in vista delle elezioni amministrative.
Con quale atteggiamento, infatti, affronteremo questi mesi? Anzittutto sarà importante offrire occasioni di conoscenza e di confronto. Non abbiamo dubbi che si moltiplicheranno gli incontri nelle associazioni, nei quartieri, sui giornali e in televisione. Da un lato l’onere e l’onore di illustrare l’idea della Brescia di domani a coloro che si metteranno in corsa. Ai cittadini il compito, invece, di discernere ciò che vale e conta anche e soprattutto fuori dalle inevitabili, stucchevoli e a volte ridicole schermaglie e polemiche che non mancheranno. Un modo di valutare sarà la capacità di stare nel merito dei problemi e delle argomentazioni. Diffidiamo da chi usa l’attacco personale e il discredito per fare politica e affermare la propria visione delle cose. Fortunatamente non è nello stile medio dei politici bresciani agire in questo modo, ma prevenire è sempre meglio che curare.Anche noi faremo la nostra parte che è quella di dare spazio alle idee, offrire provocazioni e dare voce a tutti coloro che intendono impegnarsi per il bene di Brescia. Nemmeno l’idea che ogni fatto di cronaca serva da pretesto per mettere in cattiva luce l’avversario mi pare si coniughi al meglio con chi, laico o cattolico che sia, vorrebbe raccontare al meglio il suo sogno di città e avere il voto dei cittadini. Anche questo sarà inevitabile, ma visto che siamo ancora all’inizio forse vale la pena ripeterlo. Come Chiesa non siamo interessati a diventare l’oggetto di contenziosi tra le parti e converrà a tutti, anche nelle comunità cristiane, non offrire pretesti perché ciò avvenga. Le parole a “Ceri e rose” di Tremolada penso possano essere sufficienti anche per ispirare il modo con cui anche come istituzioni, parrocchie e cristiani di Brescia possiamo porci, discernere e confrontarci rispetto al passaggio elettorale che dovrà compiersi. Direi quasi una bussola per aiutare chi s’impegna in politica a non perdersi e a noi a non tradire il sogno di una politica che sia servizio alto alla città.