Il senso religioso
L’uscita della nuova edizione de “Il senso religioso” di don Luigi Giussani offre lo spunto per parlare di come Dio si fa largo nelle nostre vite, di come lo accogliamo o lo ascoltiamo. Giussani forse avrebbe qualcosa da obiettare dal punto di vista del metodo, perché nel suo testo si parla poco di Dio e molto dell’uomo. Si parla tanto dei “perché”, tanto delle esigenze ultime degli uomini. La prefazione è il testo dell’intervento tenuto nel 1998 dall’allora Arcivescovo di Buenos Aires Bergoglio nella capitale argentina. “Il senso religioso”, come ebbe a dire Francesco, “non è un libro solo per i cristiani o per i credenti. È un libro per tutti gli uomini che prendono sul serio la propria umanità. Oggi la questione che dobbiamo affrontare non è tanto il problema di Dio, l’esistenza di Dio, la conoscenza di Dio, ma il problema dell’uomo, la conoscenza dell’uomo e il trovare nell’uomo stesso l’impronta che Dio vi ha lasciato per incontrarsi con lui”.
Paradossalmente abbiamo la tecnica e le competenze per analizzare tutto, ma non riusciamo a scorgere in tempo le preoccupazioni che albergano nel cuore degli uomini. Pensiamo solo alla fascia giovanile con tutto il carico di desideri che la contraddistinguono. Nel primo incontro con quelli che diventeranno poi i suoi discepoli, Gesù chiede semplicemente: “Che cosa cercate?”. E noi che cosa cerchiamo? Forse vale la pena domandarselo per non alimentare false speranze. Abbiamo bisogno di riprendere in mano la nostra vita, liberandoci da tutto quello che ci appesantisce. Il Papa, nel recente viaggio in Ungheria, ha sottolineato l’importanza del silenzio, “il terreno su cui coltivare relazioni benefiche, perché permette di affidare a Gesù ciò che viviamo, di portargli volti e nomi, di gettare in Lui gli affanni, di passare in rassegna gli amici e dire una preghiera per loro. Il silenzio permette di prendere in mano un libro che non sei costretto a leggere, ma che ti aiuta a leggere l’animo umano. Il silenzio, dunque, è la porta della preghiera e la preghiera è la porta dell’amore”. Conoscere davvero l’uomo, direbbe Giussani, per incontrare Dio.