Il ritorno del popolo
Tempo di Covid tempo di contraddizioni. All’inizio molte persone si lamentavano perché erano state sospese le celebrazioni della Messa e le confessioni. Incolpavano Papa Francesco, tiravano in ballo la Massoneria e alcuni addirittura ci davano dei codardi e ci chiedevano di disubbidire alla legge. C’è stato poi il tempo delle messe via streaming. Pochi fedeli ma felici di non sentirsi abbandonati. I giornali scrivevano che sette milioni di persone seguivano la Messa del Papa alle 7 di mattina nei giorni feriali: quando mai è capitato questo? Poi dal 15 maggio la riapertura delle chiese con le celebrazioni. È stato un graduale ritorno che è ancora in atto. Alcune persone dicono di preferire ancora la sicurezza dello streaming. Penso che sommando chi ascolta da casa e chi va nella propria chiesa non ci sia un grande calo numerico ma forse un aumento dei fedeli. Forse sbaglio ma nella nostra chiesa vediamo volti nuovi, mai visti prima, gente che ha ritrovato la preghiera grazie al Papa, grazie al senso di precarietà che ha sperimentato. Da alcune domeniche il flusso è in costante aumento sia nei giorni feriali che nei festivi. Ci sono difficoltà.
Le differenze di comportamento tra i sacerdoti non aiutano perché non si curano delle regole e danno la comunione esclusivamente in bocca. Questo disorienta i fedeli che non sanno più cosa è giusto o sbagliato e crea difficoltà a chi ubbidisce ai documenti emanati dalla Cei e dal Vescovo. Pure i fedeli hanno comportamenti diversi; chi non vorrebbe ricevere Gesù sulle mani, chi non fa la comunione perché il sacerdote mette il disinfettante prima di distribuirla, chi si disinfetta le mani prendendo la boccettina dalla borsetta mentre gli dai la Particola, chi si copre la mano con un fazzoletto perché Gesù non deve toccare la pelle, chi ci accusa di essere dei fifoni perché ci rifiutiamo di dare la comunione in bocca. Penso che anche questo sia un frutto del covid che ha fatto emergere le contraddizioni. Per le confessioni l’afflusso è diminuito: c’è chi ancora ha paura ma piano piano si torna a cercare il perdono sacramentale. Nella nostra chiesa confessiamo nelle cappelle laterali perché in confessionale è pericoloso e la domenica in chiostro. Sono tornati i sacerdoti e le religiose ma anche tanti fedeli che vivono il sacramento con fedeltà. Alcune persone vengono ad informarsi sul Giubileo delle Sante Croci e dopo il perdono sacramentale vanno in Cattedrale per lucrare l’indulgenza.