di MAURILIO LOVATTI
15 gen 2015 00:00
Il pianeta è più caldo
Spesso nel dare la notizia, si omettono le cause del fenomeno e soprattutto non si dice cosa è necessario fare per fermare il pericolo
Spesso però, nel dare la notizia, si omettono le cause del fenomeno e soprattutto non si dice cosa è necessario fare per fermare il pericolo. Il riscaldamento globale è causato dalle emissioni dell’uomo. A confermarlo è una ricerca della University of Southampton pubblicata sulla rivista Nature Geoscience. Lo studio, firmato da Philip Goodwin, Richard G. Williams e Andy Ridgwell, chiarisce la relazione tra la CO2 immessa in atmosfera dalle attività umane e l’aumento delle temperature registrato dalla fine del 1800 a oggi. Secondo gli esperti, anche se gli oceani assorbono parte dell’anidride carbonica emessa dalle attività umane, l’inquinamento generato ha effetti per secoli e incide pesantemente sull’aumento delle temperature globali.
Nello specifico, secondo le stime degli scienziati, ogni milione di milioni di tonnellate di CO2 generate la temperatura aumenta di un grado Celsius. Entro il 2100 la temperatura potrebbe aumentare di 4 gradi centigradi, causando milioni di danni e migliaia di vittime. Per rallentare il riscaldamento è necessario che una grandissima parte delle fonti fossili non sia utilizzata. Un gruppo di ricercatori dello University College London ha calcolato le quantità di combustibili fossili che possono ancora essere utilizzate entro il 2050 per riuscire a non rendere irreversibile il fenomeno.
I dati non faranno certo felici le lobby del petrolio, del carbone e del gas e nemmeno la maggior parte dei governi nazionali, ancora fortemente puntati allo sfruttamento di questo tipo di risorse. Si parla dell’80% delle riserve di carbone (290 miliardi di tonnellate), un terzo di quelle di petrolio (223 miliardi di barili) e la metà di quelle di gas, che devono rimanere inutilizzate se non vogliamo che i livelli di CO2 salgano a valori incontrollabili.
MAURILIO LOVATTI
15 gen 2015 00:00