Il piacere di leggere
Nel 1985 usciva, in Italia, con Adelphi “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, un capolavoro del Novecento uscito in Francia l’anno precedente. Il merito dell’operazione italiana è da ascrivere a Roberto Calasso, scomparso nei giorni scorsi e già proprietario e direttore editoriale della casa editrice Adelphi (dal greco “fratelli”, “sodali”). Kundera è in buona compagnia nella Casa milanese che annovera tra gli altri scrittori come Simone Weil, Karen Blixen, George Simenon, Martin Buber e Fernando Pessoa. Il romanzo, che si svolge a Praga intorno al Sessantotto e che venne pubblicato nella Repubblica Ceca solo 17 anni dopo, descrive la vita degli intellettuali cecoslovacchi nel periodo fra la Primavera di Praga e la successiva invasione da parte del Patto di Varsavia. L’oggetto della sua narrativa, tra una lezione di storia e una di filosofia, è l’uomo. Kundera ha il merito di far vivere i suoi personaggi: Tomáš, Teresa, Sabina e Franz entrano nella vita di ciascuno di noi; sono tratteggiati in modo così efficace da sembrare reali.
Leggere un buon libro significa davvero immergersi nelle pagine, allargare i propri orizzonti e magari, anche solo per un attimo, distogliere la nostra attenzione dalle fatiche quotidiane che più o meno rappresentano il minimo comune denominatore dell’esperienza umana. L’estate è l’occasione propizia per prendersi un po’ di tempo, per riflettere, per mettersi in discussione o anche solo per imparare a valorizzare di più se stessi e le proprie qualità.