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di ROSSELLA DE PERI 05 set 2024 16:46

Il perdono rende liberi

Un paio di anni fa a Damiano successe una fatto sgradevole. In un parcheggio, mentre stava per entrare in un ufficio, un giovane automobilista parcheggiò baldanzosamente vicino alla sua auto e nel fare questo urtò leggermente la sua fiancata. L’automobilista si scusò e chiese a Damiano di non fare denuncia, per così poco danno, ma di accordarsi; gli disse di portare l’auto dal suo carrozziere di fiducia e che avrebbe saldato. Damiano accettò la proposta. Il giorno del ritiro dell’auto, Damiano, per correttezza pagò il carrozziere (perché il lavoro era stato fatto), pensando poi di riavere i soldi dall’autore del danno, come concordato. Nell’incontro stabilito, questi cominciò a contestare che la spesa era eccessiva, che se fosse passato lui avrebbe avuto uno sconto ed alla fine, quindi, non volle corrispondere l’intero importo. Ultimò dicendo, maliziosamente, che non c’erano testimoni.

Damiano accettò perché gli sembrò di non avere scelta, ma gli rimase tanto rancore verso quell’uomo. Quell’uomo faceva il cassiere presso un supermercato vicino a casa sua e lui cambiò perfino supermercato perché non poteva pensare di rivederlo, tanto era il rancore, per non dire l’odio, verso quell’uomo. Un paio di anni dopo, Damiano seppe che era venuta a mancare la madre di quel ragazzo, che lui conosceva bene. Pensò e ripensò: era dibattuto tra il voler far visita a quella signora e la repulsione verso l’idea di rivedere quella odiata persona. Passò un giorno così, poi doveva però decidersi. Alla fine decise di andarci, vedendola come l’occasione per riconciliarsi...e per poter riandare nel supermercato più comodo per lui. Si avvicinò al ragazzo, gli porse la mano per le condoglianze, ma questo per Damiano era molto più che fare le condoglianze. Il ragazzo la strinse timidamente. E si guardarono negli occhi per qualche istante. Il senso di leggerezza che Damiano provò all’uscita dall’obitorio era indicibile.

Provò un benessere profondo, sentì di essersi liberato da un peso enorme. Si scelga per il perdono: se non viene fatto per una motivazione morale, per ottemperare a un diktat evangelico, si scelga per una motivazione psicologica, perché dà tanto benessere: libera dal rancore, dall’odio, dal desiderio di vendetta, da catene interiori, da rimuginazioni. Il perdono rende liberi. Il perdono ricostruisce ponti, legami sociali, familiari. Quante famiglie sono divise non per l’incapacità di perdonare, ma perché non lo vogliono fare, invocando un senso di giustizia? Viene barattato un affetto per un principio. E poi, cosa ce ne facciamo di un principio, se ci toglie serenità?

ROSSELLA DE PERI 05 set 2024 16:46