Il Nobel? Insegna al Civile
La vincitrice del primo “Italian Teacher Prize” è la nostra conterranea Annamaria Berenzi, dal 2008 professoressa di ruolo presso gli Spedali Civili di Brescia
Con la nota ufficiale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca n. 0006736 del 16 settembre 2016, fu indetto l’“Italian Teacher Prize”, un “Premio Nazionale Insegnanti”, gemellato con l’iniziativa internazionale “Global Teacher Prize”, informalmente nominato il “Nobel” degli insegnanti. Il premio intende designare l’insegnante migliore (del mondo o di una nazione), ovvero il più capace nel trasmettere agli studenti in maniera innovativa la passione verso il sapere disciplinare e l’amore allo studio. Nel caso italiano, il Miur chiarisce che il premio è espressione delle iniziative di meritocrazia ed innovazione promosse dalla Legge 107/2015, conosciuta come “Buona scuola”. Ebbene, nei giorni scorsi è stata annunciata la vincitrice del primo “Italian Teacher Prize”. Si tratta della nostra conterranea Annamaria Berenzi, dal 2008 professoressa di ruolo presso gli Spedali Civili di Brescia.
Al tempo la docente numero uno d’Italia insegnava matematica presso l’Istituto Superiore Castelli di Brescia, ma era una sovra-numeraria. Di conseguenza, chiese il trasferimento e fu assegnata agli Spedali Civili di Brescia, ad impartire la matematica a fanciulli ed adolescenti malati di cancro o di gravi malattie, i quali non possono frequentare la scuola per sottoporsi alle terapie mediche. L’ammontare del premio ricevuto da Annamaria è di 50 mila euro. A quanto lei stessa ha dichiarato, verranno utilizzati per promuovere un progetto dal titolo “In viaggio per guarire”. L’obiettivo di Annamaria è quello di stimolare gli studenti di tutt’Italia alla solidarietà in ambito medico, perché giovani studenti sani possano farsi volontariamente carico della sofferenza dei loro coetanei. "Voglio portare i miei alunni in giro per le scuole d’Italia ad incontrare i loro coetanei, così che possano raccontare la loro malattia e la loro esperienza di adolescenti che vivono una situazione diversa rispetto a tutti gli altri.
I miei alunni hanno problemi che quasi sempre gli altri ragazzi non riescono neanche a immaginare. Con questo progetto voglio far capire a chi non vive dentro un ospedale che esiste anche un altro mondo" - ha dichiarato in una delle tante interviste dei giorni scorsi. Una testimonianza di grande valore quella di Annamaria Berenzi. La speranza è che diventi motivo di ispirazione per tutti gli insegnanti italiani, per recuperare la fiducia nelle possibilità di crescita della mente e del cuore umano attraverso un’istruzione sapiente e solidale.