Il mostro si ciba del bello
Pietro ha il potere di stupirmi, ogni volta di più. Del suo autismo di bambino, qualche anno fa, mi impressionava la capacità prodigiosa di disegnare, tutto e senza sbagliare mai. Oggi, da quindicenne, nella sua prima mostra d’arte (“Con gli occhi di Pietro”, recentemente ospitata al Moca, in città), ha sfoggiato la sua geniale normalità di adolescente, con l’universo che gli esplode dentro, comprese le contraddizioni del nostro tempo, che Pietro descrive, anche qui, alla perfezione. Eccolo, un quadro di Pietro.
Anzi: il quadro di Pietro che nessuno comprava, perché i mostri non piacciono mai. Mi è bastato ascoltarlo trenta secondi per capire che quel quadro dovevo comprarlo a tutti i costi (Pietro ha donato tutto quello che ha raccolto per l’associazione che lo aiuta). “Lo vedi il mostro?”, mi provoca. “Vedi da dove nasce?”. Evidente: dai colori, si ciba del bello ma non lo può distruggere. Nonostante la sua forza e bruttezza, il suo mortale turbine non ha il potere di disintegrare i colori, che restano, immobili e sereni, come in un tramonto infinito. “Alcune volte dentro mi scoppiano i mostri, ma li placo disegnando”. Perfetto equilibrio: sapere di non essere esenti dai mostri, ma sapere, pure, che il colore è più forte. I mostri non mancano oggi: per fortuna ho il quadro di Pietro.