Il Mediterraneo come cimitero
Quest’anno viene celebrata, per la prima volta, la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, istituita con una legge voluta dal Parlamento e promulgata dal presidente della Repubblica il 21 marzo 2016. L’auspicio è che questa iniziativa faccia prendere coscienza sulla tutela della dignità di ogni persona, sulla giustizia sociale, sulla cooperazione e condivisione dei beni…
All’alba del 3 ottobre 2013, a poche decine di metri dalle
coste dell’isola di Lampedusa, un barcone di migranti s’inabissava. Pochi
furono i migranti salvati, rispetto ai 366 morti, molti dei quali donne e
bambini. Quel giorno il mondo s’indignò, l’Europa pianse, l’Italia si svegliò
creando l’operazione “Mare nostrum” con cui il Mediterraneo non fu più un mare
da presidiare, ma un mare in cui salvare i migranti in fuga. Un’operazione, che
portò a salvare 170.000 persone: uno scatto di responsabilità e di umanità.
Purtroppo l’operazione si è conclusa dopo un anno, perché l’Europa non ha
voluto farsene interamente carico, non ha voluto considerare il Mediterraneo un
Mare anche europeo. Da allora molte sono state ancora – oltre 270.000 – le
persone migranti salvate nel Mediterraneo, con navi anche di altri Stati
europei, oltre che dell’Italia, e con navi di organizzazioni private -, ma
ancora troppi sono stati i morti nel Mediterraneo: dal 3 ottobre 2013 ad oggi,
oltre 11.500.
“Il Mediterraneo è diventato un cimitero”, come ha ricordato Papa Francesco.
Il 3 ottobre di quest’anno celebriamo per la prima
volta la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, con una
legge voluta dal Parlamento e promulgata dal presidente della Repubblica il 21
marzo 2016. È una Giornata della memoria, “al fine di conservare e di rinnovare
la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il
nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria” (art.
1): è una prima consapevolezza di chi sono i migranti che sbarcano, non
clandestini, ma migranti in fuga.
È una Giornata della verità sui migranti, per
“sensibilizzare l’opinione pubblica alla solidarietà civile nei confronti dei
migranti, al rispetto della dignità umana e del valore della vita di ciascun
individuo, all’integrazione e all’accoglienza” (art. 2): perché l’accoglienza
non sia discrezionale, ma diffusa in tutti gli 8.000 Comuni italiani.
È una Giornata per educare, “al fine di sensibilizzare e
formare i giovani sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza” (art.2).
Per chi crede è anche una Giornata per pregare e per
recitare il nostro “Miserere”: abbi pietà di noi, Signore per tante morti
innocenti.
Ci auguriamo che questa Giornata possa diventare anche
l’occasione per gridare insieme non solo il nostro sdegno, ma anche la volontà
di costruire stabilmente corridoi umanitari e vie legali che accompagnino i
migranti e le loro famiglie e consentano l’ingresso in Italia e in ogni Paese
d’Europa, senza altre morti innocenti.
L’Europa di domani non si costruisce con la crescita della
denatalità, con i respingimenti, con nuovi muri e lastricando il fondali del
Mediterraneo con i corpi di uomini e donne, giovani e bambini.
L’Europa di domani si costruisce solo sulla tutela della
dignità di ogni persona, sulla giustizia sociale, sulla cooperazione e
condivisione dei beni: su questa strada, con gli incontri dal valico del
Brennero fino all’isola di Lampedusa, c’incammina la celebrazione della
Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.