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di GIORGIO BERETTA 12 set 2024 15:22

Il grande stupro

Due donne intonano “Bella ciao”, la canzone della resistenza partigiana. Ma non sono italiane, sono afghane e la lingua è il pasthu. Il video, condiviso in questi giorni da migliaia di utenti, è un inno per denunciare le restrizioni imposte alla popolazione femminile da parte del regime talebano con i “decreti morali”. Il più recente, di 35 articoli, include l’obbligo di silenzio alle donne in luoghi pubblici. Obbligo al quale gruppi di donne coraggiose si stanno opponendo cantando in pubblico da sole o in gruppo, spesso coperte dal burqa e diffondendo i loro filmati in rete.

Amnesty International ha chiesto il ritiro immediato del decreto che le Nazioni Unite hanno definito “completamente intollerabile”. Il regime che si è imposto in Afghanistan dopo il ritiro di massa della coalizione internazionale nell’agosto del 2021 viene definito dall’Onu “apartheid di genere”. All’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle del 2001, gli Stati Uniti capitanarono una missione militare in Afghanistan per stanare Bin Laden e sconfiggere Al Qaeda: missione che ha provocato 76mila morti tra la popolazione civile, 78mila tra poliziotti e militari ed è costata la vita a 3.586 militari alleati tra cui 53 italiani. Dopo tre anni in cui i talebani sono tornati al potere grazie alle complicità dell’Occidente, oggi in Afghanistan la repressione domina la vita pubblica, l’economia è crollata e la maggior parte della popolazione vive nell’insicurezza alimentare riporta un recente studio dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).

Ma la crisi invece di indurre ad aumentare gli aiuti umanitari li ha visti dimezzare passando da 3,8 miliardi di dollari nel 2022 a 1,9 miliardi nel 2023 con un ulteriore calo previsto per il 2024. La missione militare in Afghanistan inaugurò la stagione della “lotta al terrorismo internazionale” che non solo non lo ha estirpato ma ha contribuito alla sua proliferazione con la nascita di nuove formazioni terroristiche come l’Isis-Daesh. Per la guerra in Afghanistan gli Stati Uniti spesero più di 2mila miliardi di dollari, l’Italia almeno 8,5 miliardi di euro. Soldi che hanno avuto un solo effetto: foraggiare le aziende militari, soprattutto statunitensi ma anche europee, che hanno approfittato del clima di insicurezza internazionale per giustificare la nuova corsa agli armamenti. L’attacco alle Torri gemelle è stato definito “il grande stupro” a danno degli Stati Uniti. A ciò che ne è seguito non è stata ancora data una definizione. Ma le donne afghane ci ricordano che, nei loro confronti, quello stupro è tuttora in corso.

GIORGIO BERETTA 12 set 2024 15:22