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di MARINA BERLINGHIERI 23 apr 2022 10:48

Il futuro dell'Europa

Il 24 febbraio 2022 segna uno spartiacque nella storia. Da quel momento il mondo è cambiato.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, la violazione dei principi basilari del diritto internazionale, la minaccia nucleare evocata dalla Russia, impongono riflessioni e scelte non più rimandabili.

In un contesto multipolare, la guerra costituisce un’occasione per molti Paesi di rinegoziare il loro ruolo nel mondo e di rivedere i rapporti tra Stati.

L’esito di questi movimenti e riposizionamenti non è scontato, ma da essi dipenderà un nuovo assetto globale.

La questione che riguarda tutti in questo momento è dunque: chi “detta l’agenda” in questa fase storica? Con quali interessi?

Anche rispetto a questo la risposta non è scontata: ci sono tra gli Stati, varietà di posizioni e di interessi, la maggioranza dei quali individuali.

C’è però “un pezzo di mondo” – l’Europa - nel quale gli orrori della Seconda guerra mondiale hanno fatto comprendere che costruire un’identità basata su un progetto politico di democrazia, pace, di primato del diritto, avrebbe portato a maggiore benessere per tutti e per ciascuno.


Questo momento drammatico della storia chiama dunque l’Europa a reagire e ad essere protagonista del nuovo assetto globale; ad essere tra coloro che, in virtù del progetto politico su cui si fonda, hanno il potere di “dettare l’agenda”.

Perché questo sia possibile sono necessari cambiamenti, scelte lungimiranti e coraggiose; come lo sono state quelle fatte per contrastare la pandemia.


Va in questa direzione la proposta, lanciata da Enrico Letta, di una Confederazione Europea che si ponga al di sopra dell'Unione e che garantisca la titolarità a quei Paesi che richiedono di entrare nella famiglia europea.

In questi anni abbiamo commesso l’errore di fare promesse ai Paesi candidati senza che esistessero concrete e serie strade tracciate per darne seguito, costringendoli ad anni di negoziati bilaterali e a tante promesse non mantenute che hanno provocato nel tempo incomprensioni e frustrazioni difficili da sanare.


Serve un disegno politico complessivo che superi il primato delle procedure sulle scelte politiche e le tensioni che negli anni si sono generate.

La Confederazione potrebbe porre le basi per costruire da subito un sistema di accordi per favorire il raggiungimento della libera circolazione delle merci, delle persone, la prestazione dei servizi, la circolazione dei capitali e dei pagamenti, che rafforzi i legami economici, culturali, i progetti europei di ricerca e di scambio, ponendo le basi per ulteriori convergenze. Oltre a un percorso preferenziale per l’accesso al mercato unico potrebbe lavorare alla costruzione di posizioni comuni sui grandi capitoli dell'agenda internazionale: la lotta al cambiamento climatico, la promozione di modelli di sviluppo sostenibile, la difesa dei diritti fondamentali e della pace.

Un assetto istituzionale di questo tipo consentirebbe di considerare in modo nuovo i rapporti con molti Paesi che guardano all’Europa e di provare a riallacciarli con Paesi, come per esempio la Turchia, con cui si sono raffreddati.

Aiuterebbe inoltre a tener viva l’aspirazione Europea di milioni di persone, che potrebbero sperimentare concretamente elementi di cittadinanza europea, alimentando la “passione della ragione” che fa sentire a ciascuno di noi che in una società fondata sullo stato di diritto si vive meglio.

Per tutte queste ragioni, il Partito Democratico si farà promotore di un percorso attraverso il quale il nostro Paese chieda di convocare, magari al termine della Conferenza sul futuro dell'Europa, una Convenzione Costituente, in cui si preveda la revisione dei trattati e dell’architettura istituzionale europea per poter arrivare a dar vita alla Confederazione Europea.

Solo il coraggio di compiere queste scelte permetterà all’Ue di esercitare un ruolo di leadership nel processo di costruzione di un nuovo scenario globale che abbia a cuore la pace, i diritti umani, la lotta alle disuguaglianze sociali e la prosperità dei popoli, evitando a tutti noi di seguire un’agenda dettata da altri.


@Foto Caritas-Spes

MARINA BERLINGHIERI 23 apr 2022 10:48