Il bene invisibile
A volte occorre essere esagerati, anche se gli altri possono non capire. Dovrebbe essere stato più o meno questo l’effetto che ho suscitato, qualche sera fa, ai tanti che affollavano l’oratorio per il torneo di calcio (tipico Memorial estivo per ricordare qualcuno che non c’è più, organizzato dai giovani che invitano squadre cosiddette amiche). Si accende improvvisamente una rissa all’uscita del campo e non ci penso un secondo: piombo in mezzo, urlando, così forte e più forte di tutti e obbligo, anche a spintoni e con qualche parola di troppo, ad entrare negli spogliatoi e a finirla lì. Incredibile come si accenda violenza in un amen.
Con la tentazione di far saltare tutto, perché che senso ha in un oratorio? Con tutti che, fra l’altro, lo dicono: “Siamo in oratorio!!!…”. Proprio in quel momento mi viene in mente il sorriso di un ragazzo, ancora minorenne, due giorni prima che, all’uscita dallo stesso campetto, mentre stavo chiudendo il cortile, si avvicina e mi confida: “Don, sai una cosa? Questo campetto mi ha salvato”. Non ha aggiunto altro, ma quella cosa detta così, senza spiegazione, mi è entrata dritta nel cuore. Il bene invisibile è ancora più esagerato delle cose storte: continuerò a difendere l’oratorio, con tutto il fiato che ho.
