Il bello in primo piano
È emozionante guardare le Olimpiadi: gioire per la gioia dei vincitori, rammaricarsi per chi perde per poco, per chi sbaglia un movimento ripetuto miliardi di volte, pensare alle trepidazioni dei familiari degli atleti…Oltre alle prestazioni, si assiste anche alle interviste agli atleti a fine gara. E qui scorrono non corpi in movimento, ma una carrellata di tipologie di persone, prima ancora che di atleti. Colpisce l’intervista ad un atleta che ha perso la medaglia, in una prestazione di lunga durata, per un secondo. Non c’è rammarico, il volto sorridente; afferma di aver dato il massimo, che date le circostanze (un problema fisico) va benissimo la prestazione fatta. E soprattutto comincia a ringraziare: ringrazia tutti quelli che in un modo o nell’altro lo hanno accompagnato e sostenuto in queste Olimpiadi. E non finisce più. Ringrazia perfino un amico per un sms, dicendo che non è scontato che ti venga inviato un sms. Durano più a lungo i ringraziamenti che il commento alla prestazione, che di solito è il fulcro dell’intervista. Se si giocasse a fare delle ipotesi, si potrebbe ipotizzare, con molta probabilità, che questo atleta sia una persona serena, equilibrata, positiva, che sa dare tanto a chi lo circonda. Saper apprezzare il positivo e non mettere invece in primo piano il negativo, è uno dei “segreti” della serenità. Saper ringraziare di quel che si ha, di quel che si riceve è un altro “segreto” ed è legato al primo, al saper cioè vedere il positivo che c’è nella propria vita, nella propria giornata.
Forse è più facile concentrarsi sulla giornata che sulla vita, perché si è più concreti e realisti, senza dover fare difficili bilanci. Ed allora scatta il ringraziamento. Si può ringraziare Dio o una persona o più persone. Il processo è sempre il medesimo. Saper mettere in primo piano qualcosa di bello e relegare sullo sfondo il negativo. E questo non è dovuto alla fortuna, all’essere cioè destinati a cose belle o cose brutte nella vita, ma è il frutto di un allenamento, di un percorso, di un’evoluzione, che implica più o meno sforzo per ciascuno. Come fare? In primis, non dare niente per scontato: non è scontato che possiamo muoverci, avere persone che ci vogliono bene, vedere, avere lenzuola pulite, acqua che esce da un rubinetto, magari un lavoro, un’automobile, un amico, un vicino di casa gentile…Ma già arrivare a non dare tutto per scontato può essere un obiettivo da raggiungere. Un suggerimento per raggiungerlo può essere il proporsi di trovare almeno tre cose belle in una giornata per cui ringraziare. E vi assicuro che, se ci provate, a fine giornata ne avrete trovate molte di più!