Il 2023, occasione di sviluppo
Non con gli obiettivi e l’inevitabile propensione polemica dell’opposizione che siede nel Consiglio comunale cittadino, ma anch’io ho una qualche curiosità sui tavoli di lavoro tematici che stanno costruendo dossier e palinsesto che entro il prossimo gennaio dovrà essere presentato al Ministero della cultura per dare sostanza al conferimento del titolo di Capitale italiana della cultura 2023 alle città di Brescia e Bergamo. I colleghi della Cisl di Bergamo con i quali abbiamo costituito un gruppo di lavoro per progettare insieme alcune iniziative da proporre nella cornice dell’appuntamento, sono già stati coinvolti in numerosi incontri promossi dall’amministrazione di Palazzo Frizzoni; probabilmente in questa fase la metodologia organizzativa scelta da Palazzo Loggia è diversa, ma un riallineamento sarebbe auspicabile. Sono convinto che l’appuntamento del 2023 sarà una straordinaria occasione di crescita e di sviluppo. Spero in uno sforzo non solo lessicale per fare in modo che la macchina progettuale sia improntata alla massima inclusività. Vorrei vedere realizzato il proposito di passare dalle richieste di collaborazione alla prassi della co-progettazione.
Mi è molto piaciuta la sottolineatura con cui nei mesi scorsi si è definito il punto di partenza del progetto: Brescia e Bergamo sono eredi di culture condivise, capaci di esprimere eccellenze nel campo del lavoro, dell’impresa, della tecnologia, della solidarietà e dell’inclusione sociale. Anche la gerarchia dei sostantivi adoperati per questa fotografia di parole merita sicuramente apprezzamento. L’operosità dei nostri territori è stata, è ed è sperabile che continui ad essere generativa di benessere, materiale e immateriale, personale e comunitario. Nonostante le cicliche crisi dell’economia e le profondissime trasformazioni del tessuto produttivo, il manifatturiero continua ad essere una nostra vocazione distintiva. C’è sempre qualcuno, anche con validi ragionamenti, che ne prefigura il declino, ma Brescia e Bergamo dicono altro, in virtù di una propensione all’innovazione che ha radici nello spirito imprenditoriale, nel capitale umano dei nostri sistemi produttivi, in un vera e propria cultura del lavoro che dà piena consapevolezza del ruolo che ognuno di noi ha nella società. Cose note, certo. Da ricordare, se si vuole che la grande opportunità che ci si presenta diventi non solo una rassegna di eventi, un catalogo di luoghi e una vetrina spettacolare, ma anche un invito perché si venga a vedere un modo di vivere e la cultura che lo determina.