I sogni di guerra di un'Italia sbagliata
In questo anno scolastico ho frequentato scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, ho incontrato quasi 50 classi con progetti e piccoli laboratori di educazione alla cittadinanza, alla pace, alla convivenza, alla gestione dei conflitti e a quella legalità che ha il sapore della nostra Costituzione e del Diritto Internazionale.
Credo nell’educazione e nella scuola, ho apprezzato il lavoro di molti insegnanti ed educatori, la loro passione e preparazione. Credo anche che noi adulti dovremo pur decidere da che parte stare e piantarla di dire ai nostri figli che tutto e il contrario di tutto è possibile e giustificabile. Appoggio e sottoscrivo la lettera di 200 e più insegnanti che denunciano una iniziativa proposta alle nostre scuole bresciane.
Mi spiego: è inutile e dannoso fare credere alle giovani generazioni che scegliere la pace e il bene dei popoli possa convivere con la scelta di un riarmo luccicante e di una minaccia incombente dall’amaro sapore nucleare. In particolare mi riferisco alla comunicazione del Ministero dell’istruzione e del merito, dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e dell’Ufficio IV Ambito Territoriale di Brescia dal titolo: “Mettiamo le ali ai nostri sogni - Giornata per le Scuole 2024” del 16 aprile 2024, in occasione dell’esibizione in addestramento della Pattuglia Acrobatica “Frecce Tricolori” presso il 6° Stormo “Diavoli Rossi” di Ghedi. La trovate sui siti istituzionali.
Ma non vi vergognate?
Ma non ci vergogniamo, noi adulti. Invitiamo i ragazzi/e a fare festa in luoghi di morte, a confondere il tricolore costituzionale con uno stendardo di guerra, a valorizzare i Tornado ed F35, cacciabombardieri di capacità nucleare, come servizio al Paese e alla pace, a confondere l’eccellenza italiana con la sua capacità militare e bellica, a cogliere l’occasione per proporre la succulenta professione militare come realizzazione personale.
Siamo in tempi di guerra, siamo in giorni di violenza e di possibile allargamento del conflitto anche alle nostre terre, siamo dentro un delirio culturale che calpesta Costituzione e Diritto Internazionale di Pace e ci permettiamo di illudere i nostri giovani indirizzandoli verso soluzioni violente e strutturalmente ingiuste.
Il 16 aprile sarò all’entrata dell’aerobase militare di Ghedi per dire che non è quella la strada, che non è quella la porta da attraversare, che non è quella la soluzione, che non è quella la speranza e non è quello il futuro che auguro a noi e a loro.
Non so ancora come, ma attendo proposte, idee e collaborazioni.
Ora mi fermo alla indignazione e alla delusione culturale per la nostra terra bresciana e per i nostri referenti istituzionali. Chiedo alle scuole il coraggio di obiezione di coscienza a queste iniziative e di dedicare la mattinata a riflettere sull’Europa che vogliamo, a 2 mesi dalle elezioni. Questo sì è un sogno da conoscere, custodire e far crescere.
@Foto Aeronautica Militare