I desideri del Vescovo
Il Vescovo desidera pensare ai giovani partendo dall’ascolto delle loro parole. Può sembrare una frase fatta, invece l’ascolto diocesano in vista del sinodo, nelle sue modalità peculiari di un accostamento dei giovani ai loro coetanei si sta rivelando non banale e offre considerazioni sul mondo adulto e sulla Chiesa che possono farci bene
Con l’Omelia in occasione della Festa dei Santi Faustino e Giovita il Vescovo Pierantonio ha proposto alla nostra città il tema dei giovani: “Avrei tanto piacere che i giovani diventassero davvero una priorità e che guardando a loro si valutassero tutte le proposte che la società e in particolare la politica intende mettere in campo”. È un tema che interessa la Chiesa, non meno che la società civile, anche virtù del Sinodo dei Vescovi che si avvicina. A partire dalle riflessioni del Vescovo, vorrei proporre tre spunti, che mi sembrano un punto di partenza da non trascurare se guardiamo alle nostre comunità cristiane dove i volti giovani (quelli veri, non quelli dei quarantenni) sono i grandi assenti. E questo ci deve preoccupare. Innanzitutto: il Vescovo desidera pensare ai giovani partendo dall’ascolto delle loro parole. Può sembrare una frase fatta, invece l’ascolto diocesano in vista del sinodo, nelle sue modalità peculiari di un accostamento dei giovani ai loro coetanei si sta rivelando non banale e offre considerazioni sul mondo adulto e sulla Chiesa che possono farci bene.
E il Vescovo Pierantonio le ha prese sul serio, così come ha preso sul serio la richiesta di “coerenza, trasparenza, onestà e sincerità” che questo ascolto, in prima battuta, ci mostra. In secondo luogo, parlare di giovani significa domandarsi (da adulti) cosa possiamo fare per loro e con loro: “Siamo così invitati a interrogarci su quello che è il compito dell’attuale società nei confronti dei suoi giovani”. Da adulti appunto. Essere attenti al mondo giovanile non vuol dire fare i finti giovani e vivere tutte le età della vita come se fossero specchio e risultato di una eterna giovinezza. Cosa significa un mondo adulto che vuole apparire perpetuamente giovane, sempre pronto al cambiamento, sempre inquieto e senza certezze? Può diventare un traguardo diventare adulti? Oppure è un invito neanche troppo velato a non crescere mai? Domande, queste, che ci portano al filo scoperto della giovinezza. Il Vescovo lo affronta così: “Non temete di decidervi e di scegliere, non siate perennemente incerti. Siate liberi in coscienza, appassionati ricercatori della verità, coltivatori di quel sano senso critico che è sempre costruttivo. Sappiate affrontare la grande sfida della libertà!”. È possibile oggi scegliere? Quanta forza di volontà, quale consapevolezza sono necessari per prendere in mano il proprio destino? Su questo si gioca l’intelligenza delle nostre – provvisorie – risposte.