di LUCIANO PACE
12 nov 2015 00:00
I dati e la realtà
Le scuole si promuovono, ma è veramente così?
Lo scopo di questa valutazione – si legge nella presentazione – era di “riflettere sui risultati raggiunti dalla scuola (…) focalizzandosi specificatamente sui risultati raggiunti e individuando punti di forza e di debolezza”. Il format del documento è stato elaborato dall’Invalsi con il supporto e la supervisione del Gruppo Start Up (Miur, Invalsi ed esperti esterni) ed è il frutto di un percorso di ricerca e sperimentazione che parte dal 2008. Nel presentare i risultati dei Rav il Ministro dell’Istruzione Giannini ha sottolineato che “le scuole hanno dato prova di grande maturità e responsabilità mettendo in trasparenza i propri dati. Siamo di fronte ad uno strumento potente che ci porta all’avanguardia in Europa. In un anno è stato fatto un lavoro enorme, che mette nelle mani di dirigenti, docenti, cittadini e genitori importanti elementi di analisi del sistema di istruzione”. Si tratta di comprendere se questo giudizio del Ministro sia realistico o esprima più un sentimento di soddisfazione. Di per sé, osservando i giudizi di autovalutazione, emerge con chiarezza come le scuole si siano orientate nell’attribuirsi giudizi “intermedi”. Per ciascun parametro di valutazione, ogni giudizio andava motivato utilizzando una scala da 1 a 7 (1=situazione molto critica, 7=eccellente). A quanto pare da una prima analisi, le scuole tendono a posizionarsi, in maniera omogenea sul territorio nazionale, intorno ad un livello 4. Tutto ciò evidenzia una situazione complessivamente positiva, ma che, in un’analisi statistica, serve poco a comprendere la realtà specifica di ciascuna scuola.
Inoltre, si tratta di giudizi di autovalutazione: questo lascia legittimamente supporre che le scuole abbiano adottato un atteggiamento di “prudenza” nella compilazione, il quale, pur utile nel prendere decisioni secondo coscienza, di certo non aiuta quando è necessario descrivere come stanno le cose di fatto.
LUCIANO PACE
12 nov 2015 00:00