I 60 anni del Rigamonti
Rimesso a nuovo in questi giorni, e non certo per festeggiare i suoi 60 anni di vita, lo stadio Rigamonti ha una lunga storia. Venne inaugurato il 19 settembre 1959 per dare al Brescia Calcio uno stadio che potesse accogliere oltre 28 mila tifosi. Venne dedicato al giocatore bresciano Mario Rigamonti, giocatore nel Grande Torino
Rimesso a nuovo in questi giorni, e non certo per festeggiare i suoi 60 anni di vita, lo stadio Rigamonti ha una lunga storia. Venne inaugurato il 19 settembre 1959 per dare al Brescia Calcio uno stadio che potesse accogliere oltre 28 mila tifosi. Venne dedicato al giocatore bresciano Mario Rigamonti, giocatore nel Grande Torino e morto nella tragedia di Superga del 1949. Essendo un impianto di proprietà comunale venne pure dotato di una pista di atletica larga 7 m e di un corridoio per il salto in lungo.
Il risultato finale è l’avere allontanato sempre di più i tifosi dal campo da gioco. Con i troppi anni in serie B, senza soldi e senza tifosi, lo stadio cittadino ha mostrato il peggio di sé: brutto, sporco e fatiscente! Eppure tutti affermano che un impianto sportivo e una tifoseria adeguata consentono di conquistare fino a 10 punti in più in classifica. I sindaci che si sono alternati nei decenni hanno sempre promesso tanto e realizzato poco. Del resto, se i bilanci economici piangono, non si può fare molto. Dove sono mancati i bresciani è subentrata la forza imprenditoriale del presidente Cellino che in due anni ha portato la squadra dalla Serie C alla Serie A. E in cento giorni, sull’onda dell’entusiasmo, ha completamente rinnovato lo stadio Rigamonti spendendo 5 milioni di euro. L’impatto, nella partita inaugurale del 15 settembre, è stato fantastico. Ventimila nuovi seggiolini bianchi e blu. Nuove tribune avvicinate al campo da gioco. Nuova erba e nuova illuminazione. Immensi teloni biancazzurri per coprire tubolari e zone inutilizzate. Parcheggi e viabilità rimesse a nuovo. Una cabina di regia delle Forze dell’ordine con telecamere capaci di contare le sopracciglia di ogni tifoso. Ora, in tutto questo crescendo di gioia, ci sono due parole che nessuno ha ancora pronunciato: bellezza e responsabilità. La bellezza di una struttura che apre il cuore al vivere positivamente l’ambiente. Se il degrado genera altro degrado, il bello genera rispetto e gioia. E poi, non è sfuggito che siano state eliminate le barriere anti invasione alte 3 mt. Anche la gabbia in cui racchiudere i tifosi avversari è stata eliminata. Non ci sono bestie allo stadio. Ora tutti devono essere più responsabili. Si va allo stadio per divertirsi, non per provocare violenza. Ma certo, tutto ha un prezzo. Il costo del biglietto aumentato e la rinuncia a tante libertà dei singoli per un corretto vivere sociale. Poco male. Buon compleanno Rigamonti.