Ha fatto bene, vescovo Pierantonio
Ha fatto bene, vescovo Pierantonio, ad accettare di venire nella Chiesa di Brescia.Siamo ancora una Chiesa di popolo e questo per un Pastore come lei potrà essere una grande consolazione
Ha fatto bene, vescovo Pierantonio, ad accettare di venire nella Chiesa di Brescia.Siamo ancora una Chiesa di popolo e questo per un Pastore come lei potrà essere una grande consolazione. Abbiamo colto dalle sue parole giunte a noi in questi giorni la sua voglia di vederci in volto, di incontrare i nostri sguardi. Quelli dei preti, quelli dei giovani, quelli dei deboli, quelli di tutti i bresciani. Ci fa bene sapere che il Vescovo che papa Francesco ci ha donato ha il desiderio di camminare con tutti e con ciascuno nello stile dell’amicizia e della fraternità. Ci fa bene pensare che agirà come costruttore di relazioni e di percorsi comuni, che ci aiuterà a crescere insieme e forse a superare qualche personalismo. Ci fa bene sapere che ci farà dono della Parola di Dio per leggere la complessità delle vicende della storia e celebrerà per noi l’Eucarestia educandoci alla logica dell’amore e aprendoci alla speranza. Ha fatto bene, vescovo Pierantonio, ad accettare di venire tra la gente di Brescia. Siamo ancora gente generosa, operosa, concreta. Non ci spaventano le sfide e ci piace misurarci con il futuro. Abbiamo stima delle nostre radici, anche se non sempre ne abbiamo una memoria viva e orgogliosa, da esse potremmo forse trarre qualche insegnamento maggiore. Sono radici dove la pregnanza di una fede carica di umanità ha scolpito i tratti della nostra terra. Non c’è paese, istituzione pubblica o privata che in qualche modo a Brescia non viva di questo respiro. Anche il più laicista dei bresciani rispetta questo afflato e riconosce che questa radice ci ha reso migliori di quanto saremmo potuti diventare, ma siccome non siamo né melensi né ruffiani rischiamo a volte di dar l’impressione di essere ingrati.
Ci scuserà già in partenza. Ci fa bene sapere che la sua impronta ambrosiana non è distante da questa sensibilità e che forse un punto di vista altro come il suo, su ciò che è nostro da sempre, ci aiuterà ad apprezzare meglio e di più la peculiarità del patrimonio di cultura e di fede che ci ha generati.
Ha fatto bene, vescovo Pierantonio, ad accettare di venire tra noi. Abbiamo il desiderio di incontrare il suo volto. La nostra terra ha bisogno del Vangelo. Vive la distrazione del tempo presente e forse ha smarrito l’ansia stessa di mettersi in cammino verso Dio. Non ci servono forse nuovi percorsi di evangelizzazione. Ci serve che l’annuncio del Vangelo diventi più efficace. Questo pare possibile quando “l’evangelizzazione è attuata con unità di intenti − come ha detto il Papa domenica scorsa a Cesena − e con una collaborazione sincera tra le diverse realtà ecclesiali e tra i diversi soggetti pastorali, che trovano nel Vescovo il sicuro punto di riferimento e di coesione”. Ci farà bene sperare di camminare con lei nella corresponsabilità sia nell’agire pastorale che nell’azione sociale. “È già un’efficace testimonianza di fede − ha continuato Francesco − il fatto stesso di vedere una Chiesa che si sforza di camminare nella fraternità e nell’unità. Se non c’è questo, le altre cose non servono”. La Chiesa bresciana merita di avere questo volto perché questo è il volto dell’amata dal Signore.
Le ruberemo tanto tempo, vescovo Pierantonio. La sua agenda scoppierà di impegni e di richieste. Si sentirà a volte mangiato, consumato da questi bresciani. Accetti un consiglio: dovrà anche un po’ difendersi, in qualche momento. Sappia però che ogni cristiano di Brescia farà la sua parte perché non le manchino le forze. In ogni chiesa di questa diocesi, in ogni giorno e in ogni Messa celebrata, da domenica in poi, pregheremo per lei: “Ricordati Signore del nostro vescovo Pierantonio e di tutto l’ordine sacerdotale”. Questo è solo l’inizio, ma in ogni inizio c’è una grazia e di questo le siamo già grati.