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Brescia
di AGOSTINO MANTOVANI 23 nov 2022 21:45

Grazie

Tra un mese è Natale. Esprimo il mio grazie all’anno che sta per passare. Grazie a chi cerca di realizzare ciò che ha promesso a se stesso, soprattutto se l’ha fatto in un momento di quiete e di preghiera; a chi vuole ritrovare la strada maestra e si adopera a seguirla, adagio, senza correre; a chi è convinto che Dio passa in silenzio; a chi pensa non solo ai suoi diritti, ma si cura di quelli degli altri perché li considera il motore dello sviluppo di tutti; a chi pensa che essere straniero non sia una colpa; a chi non giustifica il razzismo con un po’ di patriottismo; a chi non considera l’altro semplicemente un avversario; a chi non si sottrae alla legge, neanche con una furbizia, per non perdere il diritto morale di farsi rispettare. Grazie a chi considera la parola di Dio luce per i suoi passi e lampada per il suo cammino; a chi crede che Dio fa buone tutte le cose, che quando c’è il male è perché Dio si fida di noi e sa che lo possiamo superare; a chi crede che la speranza sia capace di fare l’impossibile, se abbinata alla costanza.

Grazie a chi crede che amare è solo donare e che per amare occorre anche saper perdonare. Il perdono non è solo un gesto o la mutilazione di un diritto. La preghiera è un’offerta e non una richiesta. Le opere sono buone se sono per qualcuno. Grazie a chi fa politica, magari per professione (non fa niente se eletto con la maggioranza o con l’opposizione), perché può perdere la bussola o l’anima, per il ruolo che ha e per le difficoltà che incontra nel rappresentare. Grazie a chi è disperato, a chi ha perso tutto: il Signore è la salvezza, Lui si fa trovare da chi lo cerca. Grazie a chi intende la cultura non elitaria o personale, ma come un bene da distribuire nel campo economico, come in quello sociale.

Grazie a chi è convinto che la storia dell’uomo è iniziata in un grande giardino, che poi è diventato un deserto, ma che, di certo, è destinato a tornare giardino. Grazie a chi pratica l’altruismo: avrà sempre un interlocutore; invece, chi prende solo ciò che gli serve di tutto quello che ha intorno, non sa cosa perde. Grazie a chi fa la differenza tra benessere, che vuol dire star bene di fuori, e esser bene, che vuol dire star bene di dentro. Grazie al volontario che lo fa per vocazione senza pretendere un grazie e neppure la soddisfazione. Grazie a coloro per i quali il lavoro è una cerimonia e la proprietà non esiste. La ricchezza non è a priori sbagliata, ma vale solo se usata in maniera disinteressata; a chi invece si sente per la ricchezza importante e ne è pago, è come il famoso cammello che non passa nella cruna dell’ago. Grazie a chi considera il privato un bene ricevuto e non in assoluto la voce del verbo privare; a chi crede che un po’ di rispetto per il mondo che ha intorno farebbe a tutti del bene; a chi non spreca perché sa che è innaturale, a chi sa che è importante valorizzare l’ambiente. Grazie a chi cerca di realizzare nella famiglia quell’esempio di mondo che gli piacerebbe avere intorno. Grazie a chi sa constatare che, dopo tante invenzioni per guadagnare del tempo, abbiamo meno tempo di prima; a chi crede che la globalizzazione è la condivisione dei doni ricevuti e che è conoscenza di tante cose, ad esempio, che un miliardo e mezzo di persone non ha l’acqua potabile, che quasi un miliardo di persone, nel mondo, soffre la fame fino a morire e che è anche globalizzazione tacere su tutto questo. Grazie a chi sa dare il giusto valore al tempo, a chi sa stare all’essenziale, a chi combatte la buona battaglia per continuare; a chi sa che il petrolio è il ricostituente di tutte le guerre, a chi ritiene che la guerra sia il peggiore dei mali, a chi ha la convinzione che due torti non fanno una ragione, a chi è sicuro che un giorno la guerra non ci sarà più; a chi è convinto che nello scontro non vince nessuno, vince solo lo scontro; a chi ama la pace per una scelta concettuale, anche se dovrà soffrire, l’augurio è di pensare che solo la pace è giusta, che solo la pace è santa; a chi vuole realizzare la libertà di pensare; a chi si interroga sulla sua testimonianza, a chi pensa che incontrarsi sia sempre un miracolo. Grazie a chi è convinto che tutto può capitare, magari senza saperlo, o senza volerlo, ma che il bello deve ancora venire.

AGOSTINO MANTOVANI 23 nov 2022 21:45