di MARCO DERIU
02 lug 2015 00:00
Gravidanze? Sì, ma in tv
Con “Coppie in attesa” (Rai2, giovedì ore 21) oltre alle future mamme sono coinvolti anche i futuri papà
Secondo l’autrice Simona Ercolani, il programma “è anche un’indagine su come sia e cosa significhi diventare genitore in un Paese con una natalità molto bassa”, da cui emerge “una nuova figura di padre, distante dagli stereotipi, consapevole del ruolo che lo attende e con grande voglia di partecipare all’evento”. Secondo il direttore di Rai2 Angelo Teodoli, invece, questa nuova proposta “incrementa l’offerta della rete, che continua a sperimentare programmi innovativi e nuovi linguaggi televisivi rivolgendosi al target delle giovani famiglie, per realizzare una tv generalista moderna”.
In realtà la logica prevalente è quella del mercato e “Coppie in attesa” sembra essere la risposta della Rai a programmi come “Sedici anni e incinta” (Mtv) o simili, anche se la mano della Ercolani – già autrice di trasmissioni come “Storie” o “Sconosciuti” – propone una sceneggiatura più raffinata. Come tutti i genitori (e non solo) sanno, la nascita di un figlio cambia profondamente le dimensioni della vita di coppia, aggiungendo una profondità e un senso prima sconosciuti. E questo è uno dei motivi di interesse da parte del pubblico, portato a rivivere – o a prefigurarsi – di riflesso le emozioni della genitorialità. Ma l’impressione di fronte a questo programma, che spesso propone sequenze da fiction, è che l’intrusione delle telecamere nella vita delle coppie in attesa, per quanto autorizzata, risponda alla diffusa volontà delle persone comuni di essere per un po’ al centro dell’attenzione.
MARCO DERIU
02 lug 2015 00:00