Grandezza e limiti umani del sacerdote
Mai come in questi anni si parla dei sacerdoti attraverso i mezzi di comunicazione. Molte persone si stanno facendo un’immagine negativa del sacerdote per le note vicende di preti accusati di delitti disgustosi. Si inneggia in particolare al Papa, perché finalmente ha tolto il velo che copriva il marcio della Chiesa
Mai come in questi anni si parla dei sacerdoti attraverso i mezzi di comunicazione. Molte persone si stanno facendo un’immagine negativa del sacerdote per le note vicende di preti accusati di delitti disgustosi. Si inneggia in particolare al Papa, perché finalmente ha tolto il velo che copriva il marcio della Chiesa. Mi sono proposto di leggere alcune pagine dedicate ai sacerdoti da parte di Padri della Chiesa, di Santi, di martiri. Mi sono servite per capire la grandezza del sacerdozio ministeriale e la responsabilità di chi è chiamato da Dio a questo ministero. Spero di aiutare i lettori ad avere un’immagine giusta del sacerdote e del ruolo che riveste.
S. Gregorio Magno Papa dice: “Figlio dell’uomo, ti ho posto per sentinella alla casa di Israele” (Ez 3,16). È da notare che quando il Signore manda uno a predicare, lo chiama col nome di sentinella. La sentinella infatti sta sempre su un luogo elevato, per poter scorgere da lontano qualunque cosa stia per accadere. Chiunque è posto come sentinella del popolo deve stare in alto con la sua vita per poter giovare con la sua preveggenza”. Il Signore ammonisce per bocca di Isaia: “Grida a squarciagola, non avere riguardo, come una tromba alza la voce” (Is 58,1) chiunque accede al sacerdozio, si assume l’incarico di araldo, e avanza gridando prima dell’arrivo del giudice che lo seguirà con aspetto terribile. Ma se il sacerdote non sa compiere il ministero della predicazione, egli, araldo muto qual è, come farà sentire la sua voce?”. S. Agostino così scrive: “Coloro che pascolano le pecore di Cristo non amino se stessi, per non pascerle come loro proprie ma come di Cristo. Il male che più di ogni altro devono evitare quelli che pascolano le pecore di Cristo, è quello di ricercare i propri interessi invece di quelli di Gesù Cristo asservendo alle loro brame, coloro per cui fu versato il sangue di Lui. Il Vescovo e martire S. Policarpo: “I presbiteri siano compassionevoli e misericordiosi verso tutti; richiamino gli erranti, visitino gli ammalati senza trascurare la vedova, l’orfano, il povero, si comportino bene davanti a Dio e agli uomini. Se chiediamo al Signore di perdonarci, dobbiamo a nostra volta perdonare”. Termino queste citazioni con le parole del card. Schuster, arcivescovo di Milano, che in una lettere a don Carlo Sonzini del 28 gennaio 1932 così diceva: “La nostra condizione è tale che, o siamo ministri utili a Dio, e allora saremo santi, o non lo siamo, e allora recheremo più danno che vantaggio alla Chiesa e alle anime”.
Credo che ogni sacerdote, riflettendo sulla grandezza del ministero sacerdotale, riconosca di esser inadeguato al compito che Dio gli ha affidato e senta il bisogno di essere sostenuto dalla comunità dei fedeli. Di fronte agli attacchi giornalieri nei confronti della Chiesa e in particolare dei sacerdoti, che rendono più difficile la scelta del sacerdozio da parte dei giovani, ritengo che sarebbe buona cosa che i Vescovi scrivessero una lettera ai loro presbiteri, da leggersi durante le Messe domenicali, incoraggiandoli nel loro ministero, mettendo in risalto il servizio umile e a volte eroico di tanti sacerdoti che spendono la loro vita per aiutare i fedeli loro affidati nel cammino verso la santità. Si parla spesso e giustamente di usare misericordia verso i peccatori. Mi auguro che questo, al di là della giustizia terrena che deve fare il suo corso, valga anche nei confronti di quei sacerdoti che hanno tradito la fiducia riposta in loro e che, invece di essere demonizzati, possano sentire la vicinanza dei confratelli e di tanti fedeli che pregano per loro affinché non perdano la speranza nel perdono di Dio. Termino citando una frase che dice: “I preti sono come gli aerei, si parla di loro solo quando cadono, ma la stragrande maggioranza continua a volare”.
(* Parroco di Zone)