di GUIDO COSTA
26 feb 2015 00:00
Gli effetti del Jobs Act
C'è il timore che il nuovo contratto a tutele crescenti cancelli in sostanza l’apprendistato e l’investimento sulla formazione professionale di questo specifico contratto di lavoro
La Legge di stabilità prevede deduzioni importanti sull’Irap e un incentivo triennale di 8.000 euro per ogni nuova assunzione. Il Jobs act incide invece sulla qualità dell’occupazione: c’è uno sforzo sulla riduzione della precarietà che è sbagliato non riconoscere, così come è doveroso registrare un rovesciamento di paradigma sulle opzioni offerte alle imprese per assumere personale.
Il piano per il lavoro ha però anche una forte valenza simbolica, divide e riunisce trasversalmente, si contraddice (da un lato incentiva il contratto a tempo indeterminato, dall’altro inserisce proprio per i nuovi assunti una norma che rende più facili i licenziamenti collettivi), scontenta e accontenta. Con consolidato pragmatismo gli industriali bresciani osservano che le assunzioni non le decide il Jobs act ma gli ordinativi, ammettono, però, che il contratto a tutele crescenti costituisce un incentivo realmente vantaggioso. Sui numeri non si sbilanciano.
A farlo per loro è Unioncamere: tra gennaio e marzo 2015 il sistema produttivo lombardo prevede un saldo occupazionale positivo di 9.300 posti di lavoro, 970 dei quali nel Bresciano, con il 23% di assunzioni a tempo indeterminato, più del doppio rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Resta sul terreno il fallimento degli strumenti per la gestione del mercato del lavoro e delle politiche attive, e il timore che il nuovo contratto a tutele crescenti cancelli in sostanza l’apprendistato e l’investimento sulla formazione professionale di questo specifico contratto di lavoro. Tanti file aperti. Sperando che il computer non s’impalli.
GUIDO COSTA
26 feb 2015 00:00