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Brescia
di PIERANTONIO TREMOLADA 25 dic 2022 00:24

Gesù, Dio con noi, è una presenza amica

Cè un nome che riassume il senso più vero del Natale. È il nome “Emmanuele”, che nella lingua ebraica significa “Dio è con noi”. Questo nome viene annunciato nella profezia di Isaia ed è ripreso nel vangelo di Matteo. Gesù – dice chiaramente l’evangelista – è l’Emmanuele, Dio con noi. Potremmo dire che il Salvatore del mondo ha un nome pubblico e un nome segreto. Il primo pronunciato da tutti, il secondo riconosciuto solo da alcuni. Occorrerà attendere la sua risurrezione per cominciare a chiamarlo così. Dietro il volto di Gesù c’è il grande mistero di una presenza sconosciuta che viene dall’alto, capace di riempire di sé l’intera storia umana, soprattutto i cuori degli uomini. Una presenza amica, che ha le dimensioni dell’infinito e che ha voluto condividere la nostra avventura umana. Alla base del Vangelo, la lieta notizia che la Chiesa è chiamata a portare all’umanità di ogni tempo, c’è questa verità: Gesù è Dio con noi. In lui cielo e terra si sono uniti per sempre, l’onnipotenza e la benevolenza di Dio si sono intrecciate con i nostri destini. Verità tanto alta da sembrare troppo lontana. Come farne esperienza? Come riscattarla dalla semplice emozione? Come sentirla reale nella nostra vita di ogni giorno? Mi sentirei di dire attraverso due strade. Non le uniche, ma quelle che anch’io ho meglio scoperto in questi mesi di malattia, di lotta, di fatica e di speranza. La prima strada è quella dell’esperienza di forza che proviene da un affidamento sincero e totale alla grazia di Dio. Ci sono momenti in cui le energie risultano insufficienti e ti viene da dire: “Non ce la faccio, non riesco”. Eppure poi riesci, ce la fai, vai avanti. È come se una mano amica ti sostenesse, una presenza amorevole ti offrisse una spalla. Come dice il salmo: “Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma la roccia del mio cuore è Dio, è Dio la mia sorte per sempre”. Ecco, questa è una prima via attraverso la quale il Dio con noi si fa sentire. È la risposta ad una fiducia che, a partire dalla fragilità, si fa invocazione.

Ve n’è poi una seconda, veramente consolante, ed è quella bontà del prossimo: la presa in carico, la cura, la gentilezza, l’attenzione, la serietà nello svolgere il proprio servizio. Sentire che qualcuno condivide con noi la nostra sofferenza e la nostra fatica; rendersi conto che non dobbiamo vergognarci agli occhi degli altri della nostra debolezza; essere certi che non saremo sfruttati nella nostra fragilità, che al contrario saremo aiutati e curati con serietà e senso di umanità, apre il cuore alla gratitudine. Sapere che altri hanno a cuore il nostro bene, la nostra salute, la nostra serenità, che condividono la nostra speranza e mettono a disposizione tutte le loro risorse per ridare alla nostra vita la sua forma più bella, permette di intuire che una provvidenza amorevole ci accompagna, che Dio è con noi. È la regola che ricaviamo dalle Scritture: la rivelazione di Dio avviene sempre dentro la vita e i prodigi che permettono di riconoscerla vanno ricercati normalmente dentro il cuore delle persone. Dio non ama ostentare la sua potenza, per la semplice ragione che questa è sempre accompagnata dal suo l’amore. E l’amore, si sa, è discreto per natura. Ce lo insegna il presepe con la sua disarmante semplicità, nella quale però intuiamo un’immensa grandezza. Buon Natale, dunque, nella luce dell’Emmanuele, Dio con noi, con la gioia da parte mia di poterci rivedere presto.

PIERANTONIO TREMOLADA 25 dic 2022 00:24