Genitori in tempo di crisi
Per un bambino sentire la propria mamma o il proprio papà che gli dice: “Non lo so, fammi vedere tu come la fai!”, “aspetta che cerchiamo insieme!” non è una sconfitta, anzi, è il regalo più bello che potete fare
Stralcio di conversazione sentita per caso, tra due mamme al supermercato: “Certo che uscire dal lavoro e fare gli insegnanti è proprio pesante! Ieri mi sono improvvisata professoressa di storia dell’arte!”. Questi giorni di chiusura delle scuole stanno creando problemi gestionali non indifferenti, così come affrontare, soprattutto con i bambini di elementari e medie, la didattica online. Ma in questo momento di difficoltà non possiamo tirarci indietro. Non dobbiamo tirarci indietro. Mi piacerebbe che questo tempo che ha ribaltato molte routine fosse visto non solo come un problema (come, senza alcuna ombra di dubbio, è) ma un’occasione per scoprire un aspetto nuovo dell’essere genitori. Senza paura di dire ai nostri figli che non sappiamo come si esegue la moltiplicazione con la prova commutativa. E neppure di farci insegnare da loro come si svolge, per poi correggerla perché i risultati non tornano. Per un bambino sentire la propria mamma o il proprio papà che gli dice: “Non lo so, fammi vedere tu come la fai!”, “aspetta che cerchiamo insieme!” non è una sconfitta, anzi, è il regalo più bello che potete fare. I bambini hanno bisogno di crescere con una figura di riferimento raggiungibile, non onnipotente e onnisciente, dalla quale si sentirebbero schiacciati. Hanno bisogno di genitori che con quel “non lo so” stanno dicendo che non sono dei supereroi, ma che sono lì per loro e che per loro si improvvisano esperti di scienze, matematica, italiano, inglese, religione… Sento le risposte dei nostri figli: “Ma la maestra non l’ha spiegato così…” Anche questo può diventare un’occasione: facciamo il compito, ma in modo diverso, perché noi siamo insegnanti improvvisati e un po’ fuori dalle righe dritte della didattica, mostriamo che alla fine il risultato è lo stesso: i bambini hanno imparato, e oggi conoscono una cosa in più rispetto al giorno prima! Chissà che bambini e ragazzi non tornino a scuola con una mente più aperta e flessibile e, magari, avendo conosciuto un aspetto di noi che ancora non avevano sperimentato.