Fuga di cervelli o nuovi spazi di vita?
È vero che perdiamo energie preziose, ma è altresì vero che l’orizzonte più vasto è un elemento formativo importante, l’apertura culturale e lo spazio allargato sono oggi elementi decisivi per il futuro dei giovani. in sintesi. Accanto al mito dei cervelli in fuga che riguarda solo i pochi, c’è chi emigra per necessità o perché cerca nuovi spazi di esperienza e di vita
Poco più di un mese dopo la pubblicazione del rapporto Caritas è il momento del rapporto Idos e Confronti, Centri Studi finanziati dalla Comunitá Valdese grazie a 8x1000, presentato lunedì sera a Brescia e fatto oggetto di intenso dibattito. Le statistiche, con il rinforzo dei rilievi ufficiali dell’Istat, parlano chiaro e ridimensionano l’allarmismo e il clima di tensione che l’Italia ha vissuto negli ultimi mesi. Del resto l’Italia non è un’isola; che si parli di clima, di terremoti, di armi, di America Latina, di Paesi arabi, di Hon Kong, di Brexit o dell’Europa, in cui siamo immersi, l’allarme, l’allarmismo e la paura del futuro, sono fattori umani da non sottovalutare. La ricerca dell’oggettività e dell’equilibrio del giudizio, in una materia di sua natura mutevole e complessa, stanno alla base di scelte future positive e realistihe. Nei qualificati interventi il concetto emergente è stato quello di stabilizzazione piuttosto che di accoglienza.
Si prende perciò atto che in quasi trent’anni 5200mila stranieri si sono insediati sul territorio italiano e sono regolarmente presenti in Italia. Due cifre su tutte e a tutti ormai note: in provincia di Brescia gli stranieri residenti superano di poco i 154mila, ovvero poco più del 12,4% della popolazione. La maggior parte di essi è inserita nel tessuto sociale; il più delle volte si tratta di lavoratori, portatori di cultura, di valori, di desiderio di benessere in senso globale. Dobbiamo sostenere con coraggio ed umiltà, frutto di ragione e fede, che un essere umano è comunque un valore che sta prima dei problemi reali o immaginari che siano. Non commettiamo naturalmente. L’errore di sottovalutare i problemi come gli ingressi clandestini, il traffico di esseri umani, le circa 600mila presenze non regolari, i minorenni scomparsi, il traffico di donne, la popolazione carceraria straniera, ...proprio la Questura parla in questi giorni di un centinaio di arresti di spacciatori tra cui molti stranieri che popolano i parchi cittadini. Esiste dunque il disagio che il più delle volte si risolve con il tempo, la fatica e la pazienza. In Italia assistiamo comunque a un calo di ingressi di circa il 17%, soprattutto dall’Africa. Infine un altro fenomeno emerge in questi giorni prestandosi a diverse interpretazioni: i nostri giovani emigrano, il numero aumenta del 1,9% per cento con un trend che dura ormai da alcuni anni. Dal 2000 sono infatti 816mila gli espatriati, di cui 182mila i laureati, soprattutto lombardi, seguono i giovani del sud. La formula cervelli in fuga appare stereotipa per un fatto così esteso e maschera la complessità e soprattutto l’ambivalenza del fenomeno.
È vero che perdiamo energie preziose, ma è altresì vero che l’orizzonte più vasto è un elemento formativo importante, l’apertura culturale e lo spazio allargato sono oggi elementi decisivi per il futuro dei giovani. in sintesi. Accanto al mito dei cervelli in fuga che riguarda solo i pochi, c’è chi emigra per necessità o perché cerca nuovi spazi di esperienza e di vita. Osserviamo che, quando si parla di razzismo è forse ideologico è sproporzionato evocare le epoche nere della nostra storia. Forse è sufficiente parlare di stupidità e di vergogna. L’altro giorno a Brescia, Paolo (il nome è di fantasia),12 anni, non è rientrato a casa, dopo lunga ricerca è stato ritrovato in un angolo del parco...Paolo ha chiesto piangendo alla madre che lo abbracciava: “Perché ho la pelle scura?...i miei compagni mi prendono in giro”. Carissimo Paolo, non sei tu che devi vergognarti, altri devono vergognarsi!