Fiori nella steppa
Una signora sta raccogliendo qualcosa, facendone un mazzolino. È in una zona brulla, in una pineta. Non si capisce cosa stia raccogliendo perché si vedono solo sterpaglie secche. Non si vede un filo d’erba verde. Eppure lei imperterrita continua a raccogliere uno stelo dopo l’altro, ininterrottamente, aggiungendolo con delicatezza al mazzolino che tiene in mano. Mi sforzo di capire e di vedere cosa stia raccogliendo, incuriosita, perché non vedo niente che possa assomigliare ad un fiore. Eppure vedo che il mazzolino cresce. Con tanta cura la signora continua a scegliere tra quelle sterpaglie e a raccogliere… non si capisce cosa. Eppure qualcosa ci deve essere, in quell’ambiente secco, degno di essere raccolto e valorizzato con tanta cura.
Continuando l’osservazione, con occhi che si sforzano di vedere meglio quasi l’invisibile, mi accorgo che questi steli hanno all’apice una specie di piccolo fiore simile ad un soffione, dello stesso colore dello stelo. Possono esserci dei fiori in un terreno arido, ma bisogna sforzarsi di vederli: sforzarsi di vedere ciò che già c’è, senza inventare niente, ma soltanto andare oltre ciò che balza all’occhio, ciò che è più appariscente. Così nella nostra vita: quanto spesso vediamo solo ciò che cattura la nostra attenzione, perché ci preoccupa o ci intristisce. E vediamo solo le negatività, perché può essere difficile vedere altro. Ma è impossibile non ci sia altro, qualcosa cioè di positivo. Anche in una vita molto travagliata, una qualche forma di amore ci deve essere stata, anche perché, se così non fosse, la persona sarebbe morta, proprio anche nel senso fisico del termine. L’imperatore Federico II di Svevia fece un esperimento col fine di verificare quale fosse la lingua innata del genere umano.
Usando dei bambini come cavie (!), ordinò alle balie di accudirli fisicamente in tutto, ma senza interagire con loro, senza quindi far percepire loro una qualche forma di amore: i bambini morirono. Quindi qualcosa di bello c’è di sicuro nella vita di ognuno, ma a volte bisogna proprio sforzarsi di vederlo, bisogna riuscire a vedere dei fiori in un terreno brullo. E può non essere semplice. Ma sforzarci in questo ci aiuta a vivere meglio. Un buon esercizio in tal senso può essere quello di cercare punti di vista diversi per interpretare una situazione. Magari troviamo punti di vista da scartare sicuramente perché assolutamente non convincenti, ma magari, invece, ne troviamo almeno uno che ci aiuta a vivere meglio quella situazione. Qualcuno ha detto che anche un bicchiere vuoto può essere visto pieno: è pieno di aria. Non è difficile ipotizzare che l’autore di questo aforisma fosse molto sereno!