Finalmente nella luce
Giovedì 4 ottobre, con il prossimo numero di "Voce", sarà in distribuzione l'inserto dedicato a Paolo VI in vista dell'imminente canonizzazione. Ecco l'editoriale del direttore, don Adriano Bianchi
L’impatto è notevole. Non si può non notare. La luce è caravaggesca. La nostra copertina e la grande installazione in via Gramsci in città annunciano ai bresciani che Paolo VI presto sarà Santo. Il volto non brilla di luce propria, è investito, attratto e portato al chiarore, quasi chiamato dalla Grazia a uscire dalle tenebre dell’umana fragilità e dal dramma dell’esistenza mondana alla pienezza della presenza luminosa di Dio. Il tratto è sereno. Esprime bene il desiderio che ha abitato il cuore di Giovanni Battista Montini: “Mi piacerebbe, terminando, di essere nella luce”. Intorno il buio resta denso, ma lo sguardo è già altrove. Gli occhi di Paolo VI sono azzurrissimi, profondi, riflessivi. “Si vede che sono gli occhi di una persona buona”, ha avuto occasione di dire il vescovo Tremolada.
È il Papa che forse ha più amato l’uomo e il mondo e le loro contraddizioni. Li ha amati con la stessa amabile compassione del cuore di Gesù. Non sempre è stato capito. Quando il prossimo 14 ottobre potremmo dire con tutta la Chiesa che la sua è stata una vita santa, ci verrà consegnata anche la responsabilità di non tradire quello sguardo e quell’anelito, semmai di farlo nostro perché, anche attraverso la testimonianza di Montini, possiamo anche noi giocare la scommessa del rendere bella la nostra, la vita di chi ci sta accanto, la vita di tutti gli uomini. Il nostro Paolo VI, ora nella luce, ci interpella.
Quanti saranno i bresciani che, nel ritmo frenetico della vita quotidiana, magari fermi al semaforo o presi da affari impellenti incroceranno quegli occhi, quel buio e quella luce riflessa? E quanti saranno toccati nel profondo del cuore?