Fede incrollabile
Nel visitare i suoi cristiani della Striscia di Gaza, il cardinale Pizzaballa ha raccontato di essere stato “molto colpito dalla fede incrollabile dei fedeli, accompagnata da sorrisi commoventi, che ha lasciato un segno in me e nella mia vita. Ho visto speranza e ottimismo nei loro occhi. Mi hanno detto: “Restiamo qui. Finché la Chiesa è al nostro fianco, non abbiamo paura”.
Mi colpisce la straordinaria normalità di questo messaggio a fronte della situazione terribile (sono sempre parole del Cardinale) che tutti lì stanno vivendo. Che è come dire che la pace è molto più semplice e naturale della guerra, che la speranza ha proprio bisogno di pochissima terra per attecchire e crescere. “La pace è artigianale”, ci ricorda spesso Papa Francesco; cioè è opera di tutti. La guerra è pensata e pianificata solo da qualcuno, distante e potente. Così distante da non sentire più la sofferenza infinita del proprio popolo. La pace, silenziosamente ma realmente, si nutre di quell’abbraccio tra l’israeliano Maoz Inon e il palestinese Azizi Sarah, insieme al Papa durante l’incontro a Verona: è poca cosa rispetto alle problematiche della guerra ma, di sicuro, camminerà e andrà lontano e durerà molto di più del tempo della guerra.