Fare il bene il bene
Ognuno ha il diritto di fare il bene come può, in modo differente da come altri lo possono fare: io faccio il bene da prete, non è uguale al bene che può fare un sindaco, o un papà di famiglia, o un professionista. Anche un’influencer può fare il bene da influencer, con lo stile, i modi, le scelte e la comunicazione che rispecchia la sua esistenza e la sua personalità: non è un problema se un’influencer si mette a pubblicizzare il bene che può fare (secondo me lo è di più se lo fa un prete, perché non corrisponde a se stesso e alla sua scelta).
L’importante è che il bene venga fatto e non solo annunciato o, peggio ancora, sollecitato per l’intervento di qualcun altro, che sia un politico oppure un tribunale oppure i propri followers. Perché, purtroppo, se qualcuno che vuole fare il bene non lo fa, provoca un effetto devastante che penetra insidiosamente nella mente e nel cuore degli altri: il dubbio che nessuno faccia il bene. Fare bene il bene è l’unica regola democratica da rispettare, sul resto ben venga tutta la libertà, la fantasia, l’innovazione che ognuno può mettere in campo. Non importa se si chiama Chiara Ferragni o Mario Rossi, importa che sia Chiara Ferragni sia Mario Rossi lo possano fare.