Famiglia: il bonus scelta miope
Dal 4 maggio si può richiedere il bonus mamme, ma servono misure continuative di sostegno
Il problema della natalità è solo lo specchio di un Paese che ha paura del futuro. Non è facile parlare di figli in una società consumistica dove tutto ha un costo e, quindi, anche i figli vengono descritti come un peso economico. È chiaramente difficile entrare nelle dinamiche delle coppie (instabilità affettive e lavorative su tutte) e nelle loro scelte. Forse anche nelle nostre comunità abbiamo perso il coraggio di raccontare le belle storie (e sono tante) delle famiglie che si aprono alla vita e riescono a crescere, ancora oggi, molti figli.
Il Governo prova a invertire la tendenza con una misura spot (il bonus mamma): un premio (per carità ben accetto) corrisposto direttamente dall’Inps che, su domanda della donna gestante o della madre del minore, provvede al pagamento dell’importo di 800 euro in relazione ad ogni figlio nato o adottato/affidato nel 2017. È un provvedimento difficilmente ripetibile e che sconta una miopia: non è condizionato al reddito. E questo, in un Paese dove la coperta sociale è sempre più corta, non è certo una grande intuizione. Ci si aspetta piuttosto qualcosa di più strutturato. Servono misure continuative di sostegno alle famiglie vero motore della nazione.