Fabiano De Zan. Per una buona politica
De Zan non è mai stato un politico di professione. Aveva lo spirito dell’educatore (nel senso più nobile e più ricco del termine) nel sangue
De Zan non è mai stato un politico di professione. Ha insegnato e ha fatto, come detto, il giornalista. Aveva lo spirito dell’educatore (nel senso più nobile e più ricco del termine) nel sangue. Possedeva una memoria storica invidiabile. Nei lunghi anni trascorsi dopo l’uscita dalla scena politica, questa sua dote è stata generosamente messa a disposizione di quanti, soprattutto studenti, ma anche gruppi e movimenti, cercavano di illuminare e raccontare il passato.
Lo spirito critico ha sempre connotato anche il suo rapporto con la fede. Credente e praticante, non rinunciava a fare posto nella sua mente ai molti interrogativi che la vita propone ogni giorno. Con Dio e con il prossimo si manifestava come uomo libero. Senza clamori. Non ha mai cercato la visibilità. Amava la credibilità. E condivideva con gli amici un cammino esistenziale, a volte inquieto mai ansioso, attento e aperto alla novità dello Spirito.
Il Ce.Doc ha voluto ricordarlo pubblicando un volume che raccoglie più di quaranta scritti, la maggior parte dei quali sono stati pubblicati su “Il Cittadino” e su “Madre” (ogni mese, dal 1974 al 2002, ha pubblicato sulla rivista una nota politica legata sì all’attualità ma non alla cronaca, perciò improntata alla riflessione). Introducono la raccolta tre saggi firmati da Tino Bino, Aventino Frau e Giacomo Scanzi, che disegnano, da diversi punti di vista, la testimonianza di Fabiano De Zan. Il titolo della pubblicazione ne è il riassunto significativo: “Fabiano De Zan. Per una buona politica. Riflessioni tra storia e infinito”.