di MASSIMO VENTURELLI
15 ott 2015 00:00
"Eunuchi" per la politica?
Possibile che il politico meno esposto alle tentazioni sia quello senza affetti e legami? Una riflessione semiseria...
Toccherà alla magistratura accertare se le imputazioni a carico dell’esponente di FI siano fondate o meno, e la giustizia dovrà fare il suo corso. Non è questo lo spazio per un giudizio definitivo sull’ex assessore regionale alla Sanità. Non si tratta di alzare l’indice contro qualcuno.
Piuttosto si tratta di mettere nero su bianco (con un pizzico, ma solo uno, di ironia) alcune precondizioni che il politico dovrebbe dimostrare di avere prima di assumere qualsiasi incarico, con particolare attenzione a quelli che potrebbero esporlo a certe tentazioni.
Dato per scontato che chi sceglie l’impegno politico (lo ricorda anche il vescovo Monari nelle pagine de “L’impegno esigente della politica” fresco di stampa) dovrebbe farlo in virtù del conseguimento del bene comune e non di qualche interesse particolare; assodato che quello della politica è un servizio e non un’esperienza di cui “servirsi”. Resta, dunque, da evidenziare un ultimo elemento... Chi sceglie di fare politica dovrebbe essere orfano, privo di qualsiasi legame parentale e familiare. Insomma “eunuco” per la causa. Perché? Perché in anni recenti politici più o meno famosi sono caduti in disgrazia non tanto per affari condotti a loro esclusivo vantaggio, ma per favori più o meno evidenti procurati a figli, moglie e parentame vario.
Anche Mantovani, secondo quanto riportato dalla stampa, non avrebbe ottenuto dalla sua (presunta) azione illegale vantaggi per sé ma ristrutturazioni di immobili della parentela. Insomma il cuore di mamma o di papà (ma anche di marito o moglie) in politica crea danni.
Meglio essere soli, senza legami e affetti?
MASSIMO VENTURELLI
15 ott 2015 00:00