Euforia, caos e crisi

Le fragili prospettive per l’economia mondiale lo scorso anno avrebbero richiesto ai governi stabilità e prudente considerazione. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca, invece, ha aumentato esponenzialmente l’incertezza economica e geopolitica. Il pericolo concreto è che i rischi di una guerra commerciale globale provochino, prima di un consistente rallentamento economico, una crisi finanziaria. La storia delle crisi ci può assistere nell’interpretare il momento attuale. Nell’anatomia della tipica crisi finanziaria, un’innovazione tecnologica, normativa o finanziaria stimola un periodo di crescita impetuosa dei prezzi delle attività e in parte dell’economia reale, seguito da un loro rovinoso crollo, scatenato da eventi a volte poco prevedibili. In presenza di condizioni ben definite, il crollo attiva una serie di meccanismi di amplificazione, speculari a quelli che avevano promosso l’euforia rialzista, innescando una recessione, con riflessi talvolta pesanti e persistenti su produzione, occupazione, coesione sociale.
Sono le stesse grandi innovazioni a creare squilibri o bolle, variamente connessi a note distorsioni cognitive e frizioni finanziarie, amplificate da errori di politica monetaria o regolatoria e da carenze di vigilanza. La situazione attuale a mio avviso è ben caratterizzata da questo schema, e presenta rischi di un nuovo, potente evento sistemico. L’aspettativa che varie innovazioni tecnologiche, come l’IA o la digitalizzazione spinta, possano assicurare consistenti incrementi di efficienza e produttività e degli utili d’impresa, ha notevolmente gonfiato i prezzi delle attività finanziarie legate ai settori in qualche modo interessati dalle trasformazioni. Titoli come Microsoft, Apple, Nvidia o Tesla hanno raggiunto capitalizzazioni stratosferiche. Le politiche economiche degli scorsi decenni, inoltre, hanno supportato la crescita delle quotazioni anche in altri comparti finanziari, come i titoli di stato, le obbligazioni societarie, l’oro e le cripto attività. In queste condizioni di sopravvalutazione e vulnerabilità, lo scoppio di una nuova crisi può essere scatenato da elementi relativamente casuali, di origine economica o geopolitica, che catalizzano la discesa improvvisa dei mercati, del credito, degli investimenti e quindi dell’economia reale, tutti inestricabilmente interdipendenti. Le preoccupazioni per gli effetti recessivi dei caotici e costosi provvedimenti protezionistici di Trump produrranno la tempesta perfetta?
