Estremizzare non paga mai
L’avevano chiesto con forza nei giorni in cui tutti, dai grandi media nazionali a quelli locali, li avevano messi sugli altari e la loro considerazione conosceva picchi impensabili nell’opinione pubblica. “Non dovete chiamarci eroi oggi, così come non dovrete darci addosso quanto la pandemia sarà passata”: era questo l’appello che nei giorni più bui dell’emergenza sanitaria lanciavano con insistenza medici, infermieri e tutti gli altri operatori della filiera della salute. Stavano solo facendo il loro lavoro, magari con tanta frenesia in più, come l’avevano sempre fatto e come avrebbero continuato a farlo anche a emergenza superata. Sapevano, evidentemente, della volubilità della gente... Nei giorni scorsi le pagine dei giornali e le televisioni hanno dato grande spazio, con qualche cedimento di troppo alla tentazione del “sbatti il mostro in prima pagina”, a una notizia, comunque tragica, arrivata dall’ospedale di Montichiari dove un medico è al centro di un’indagine della magistratura per la somministrazione di farmaci che nel marzo 2020, nei giorni più duri del Covid, avrebbero causato la morte di due pazienti di 80 e 61 anni. L’uso del condizionale è d’obbligo, in un sistema come quello italiano, dove un sospettato resta innocente sino alla condanna definitiva.
La magistratura sta facendo il suo lavoro, ma l’opinione pubblica, quella stessa che non più tardi di nove mesi fa considerava medici e infermieri eroi senza macchia, senza se e senza ma, nei giorni scorsi ha iniziato a emettere le proprie sentenze, trancianti e inappellabili. Sui social si è scatenata una buriana generalizzata contro medici e ospedali come se l’intero mondo della sanità, a prescindere da quelli che saranno i risultati del lavoro di indagine della magistratura, fosse comunque colpevole di qualcosa. E il “j’acuse” si è allargato a macchia d’olio oltre i confini di Montichiari. Tanti aspetti di quei giorni, anche quelli che con un po’ di retorica erano oggetto di commenti commossi e carichi di emozione, sono stati rimessi in discussione. Quello che ieri era eroico in questi giorni nell’areopago dei social sembra essere diventato diabolico. Tutto questo impone un richiamo al senso della misura: come in quelle prime settimane della pandemia era oggettivamente esagerato abusare dell’appellativo di eroi, allo stesso modo oggi non è tollerabile la caccia alle streghe che si è scatenata sui social.
Dovere dei mezzi di comunicazione, come ha ricordato anche mons. Tremolada parlando nei giorni scorsi ai giornalisti bresciani, è di presentare il “bicchiere mezzo pieno”, non per banalizzare il racconto della vita delle persone ma per aiutare la comunità a una giusta comprensione dei fatti. Sarà la magistratura,come ha ricordato anche l’Ordine dei medici in un comunicato diffuso a commento della vicenda, ad accertare la fondatezza delle gravi accuse rivolte al medico di Montichiari. Anche nella peggiore delle ipotesi, non dovrà comunque venire meno il rispetto per professionisti che non hanno mai avuto altro obiettivo che fare sempre il loro dovere, come hanno fatto nei giorni in cui erano stati elevati agli onori degli altari e come continuano a fare anche oggi, consapevoli che l’eventuale errore di uno non può inficiare l’impegno quotidiano di tutti.