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Brescia
di DAVIDE GUARNERI 13 giu 2019 08:49

Estate, tempo proficuo

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L'assegnazione dei compiti estivi ha da sempre diviso l'opinione pubblica in due fazioni: chi sostiene che l'estate sia tempo di riposo e chi afferma di "non mettere i cervelli in soffitta"

Per i ragazzi italiani, diversamente da molti altri in Europa, l’estate coincide con un lungo periodo di vacanza e, come ogni anno, si riapre il dibattito sull’utilità dei compiti. Pure il ministro in carica si è inserito nella questione, raccomandando moderazione nell’assegnare esercitazioni estive.

Una prima regolamentazione relativa ai compiti risale al 14 maggio 1969, quando il ministro Ferrari Aggradi firmò una circolare che esplicitamente disponeva che non fossero assegnati compiti in occasione di giornate festive. La ministro Maria Chiara Carrozza, nel 2014, in un discorso agli studenti dichiarava: “Ragazzi chiedete ai vostri professori di darvi meno compiti. Chiedete di farvi dare più letture perché leggere un libro significa avere la consapevolezza nei confronti della cultura”. Certamente è anche importante che alcuni elementi essenziali di quanto imparato durante l’anno scolastico non vengano dimenticati e siano consolidati. L’estate è però fatta per riposare, fare movimento all’aria aperta, divertirsi, imparare dall’esperienza, stare con la propria famiglia, gli amici e… tanto altro.

Durante la lunga estate saranno le esperienze e le relazioni a far crescere e maturare ogni bambino e ragazzo. E, inoltre, l’estate potrebbe proprio essere il tempo adatto per portare a compimento quanto si è imparato a scuola. Una gita potrebbe essere occasione di ripasso della geografia, dell’arte, delle scienze naturali. Oppure la spesa al supermarket insieme alla mamma occasione di messa in opera di tabelline e calcoli fatti a mente, partendo da una lista memorizzata a casa. Dedicarsi all’enigmistica, a giochi rompicapo o alla manualità del costruire con il legno sono possibilità per allenare la mente.

Il dibattito sui compiti assume nuova luce se valutato nella prospettiva di una scuola che promuove competenze. La questione compiti può essere occasione per riflettere sull’autonomia dei ragazzi, su una didattica che superi la logica dell’adempimento promuovendo attività dei ragazzi che sperimentano, imparano osservando e riflettendo, vivono il grande museo diffuso presente nel patrimonio artistico del Paese e di molte località del mondo. L’estate non significhi cervelli messi in soffitta, addormentati: mille possono essere le strategie proposte da scuola, genitori, oratori, realtà sportive. Intorno a questo obiettivo è da realizzare una solida alleanza.

DAVIDE GUARNERI 13 giu 2019 08:49